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Prodi non si tiene: "Meloni ex fascista", poi il parallelismo tra Berlusconi e Mussolini

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Si rivede Romano Prodi che inizia il giro di promozionale del suo libro "Il dovere della speranza" con una presentazione a Roma intervistato da Massimo Giannini. Un'altra presenza ingombrante nella galassia dem per Elly Schlein già superata a sinistra da Maurizio Landini. L’ex premier non si tiene. Silvio Berlusconi è stato il maestro di Donald Trump? "Sì lo penso veramente, tutti i tipi di atteggiamenti sono molto simili. Io scherzosamente faccio questa considerazione: l’Italia è un piccolo Paese ma Mussolini è maestro di Hitler, Berlusconi di Trump, i 5 Stelle insegnano questo strano populismo e ora addirittura insegniamo i governi tecnici ai francesi".

 

Si parla molto di States. "L’America è stata sempre divisa ma funzionava l’ascensore sociale, ora non funziona più. E c’è una grande divisione tra colti e incolti. Dentro l’università erano tutti per Harris ma fuori tutto per Trump. L’accoppiata Trump-Musk ha saputo creare un sogno americano per il futuro, cosa che l’Europa non riesce a fare. Il problema in Europa è andare d’accordo e creare un sogno o ameno una prospettiva. Divisi scivoliamo nel nulla e Trump dividerà tutto fetta per fetta e se ci riesce non conteremo più nulla. Per questo serve l’esercito comune europeo, serva difesa comune, serve superare i veti", è l'analisi del Professore sul voto americano. Nel mirino ci mette anche Giorgia Meloni. "Perché l’establishment americano adora Meloni? Perché obbedisce. Gli ex fascisti per far dimenticare che sono ex fascisti ne fanno di tutti i colori", attacca Prodi.

 

L'ex premier poi scarica un ex mito della sinistra italiana: "È una notizia che mi ha sconvolto e allora si spiegano le resistenze" di Joe Biden, "come mai la famiglia non abbia spinto al ritiro. Una roba da matti", commenta riguardo alla grazia del presidente Usa al figlio: "Questa democrazia famigliare è un problema serio per la nostra democrazia". Poi esulta per le vittorie del centrosinistra ad Anzio e Nettuno: è "come la destra che vince a Sassuolo. È il segno che in questo Paese può succedere di tutto". 

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