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Otto e mezzo, Cacciari travolge Elkann: "Vicenda disgustosa, e gli stipendi..."

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Terremoto Stellantis, il filosofo Massimo Cacciari commenta le vicende del gruppo guidato da John Elkann foraggiato per decenni dallo Stato e le dimissioni dell'ad Carlos Tavares. "È una delle vicende più sciagurate di tutta la politica industriale italiana", afferma ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7. "Non esiste più un capitalismo italiano, tutti i nostri assist industriali sono stati venduti, svenduti o privatizzati". Con tutti i soldi andati alla Fiat l'azienda potea "essere nazionalizzata dieci volte", spiega Cacciari. Da Marchionne in poi "non vedevano l'ora di uscire dall'Italia e pezzo dopo pezzo ci sono riusciti con le conseguenze occupazionali e senza nessun piano, senza nessuna strategia". L'ex sindaco di Venezia ricorda la recente audizione di Tavares alla Commissione industria della Camera "raccontando niente, vuoto totale, non hanno idee e non hanno strategie". 

 

Allora ha ragione Matteo Salvini che si dice "disgustato" dalla gestione del gruppo, chiede la conduttrice. 00 una vicenda "disgustosa - conferma Cacciari - anche per gli stipendi che si stanno dando per fallire". Il riferimento non è alla presunta buonuscita da 200 milioni di cui si parla per l'ormai ex ad, ma per lo stipendio "normale" del manager in questi anni. Se un tempo i vertici della Fiat prendevano 25 volte lo stipendio di un operaio, "ora ne prendono 500, e per fallire. Certo che è disgustoso",  conclude Cacciari. 

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