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Landini-Schlein, l'asse "inquietante". Cerno: "Primarie della sinistra in piazza"

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Se il campo largo progressista è ancora in alto mare, a sinistra compensa il nuovo asse dell’opposizione politica anti-Meloni. Da una parte c'è la segretaria dem Elly Schlein, che si appella al diritto allo sciopero e parla della precarietà "di milioni di lavoratrici e lavoratori", e dall’altra la figura sindacale di Maurizio Landini, che ormai parla e si comporta da vero e proprio leader di partito. Se ne è discusso a Quarta Repubblica, il talk-show condotto da Nicola Porro. "Un sindacalista che guida la Cgil e presenta al Paese come risultato della sua guida l'uscita della Fiat in ogni sua forma dall'Italia, non si presenta al massimo", ha evidenziato Tommaso Cerno, ospite in studio. A essere inquietante, secondo il direttore de Il Tempo, è che Landini "si metta in piazza a costruire queste primarie della sinistra" e che la segretaria del Pd, "anziché convocare la piazza dell'opposizione per contestare al governo le politiche che ritiene sbagliate, sia plaudente e sorridente alle sue battute". 

 

 

Combinazione di scelte, questa, che dimostra che "al centrosinistra nessuno vuole che Elly Schlein sia l'anti-Meloni". Il segretario della Cgil, "che ha un elenco di segretari prima di lui che hanno fatto politica", ha continuato Cerno, "per la prima volta nella storia della confederazione sindacale più grande d'Italia, è andato in piazza a dire 'Io faccio politica con queste bandiere'". Schlein "applaudiva", però, "non sapeva che a quella manifestazione si facesse politica". Altra questione da sviscerare, per il direttore de Il Tempo, riguarda chi scende in piazza, che, più che lamentare mancanze alla maggioranza, si schiera contro gli israeliani, scandisce che la premier Giorgia "Meloni è una fascista" e che bisogna "bruciare Valditara e gli avversari politici". "Io ho sentito persone arrabbiate perché la destra ha vinto le elezioni", ha chiosato Cerno. 

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