Filippo Turetta, svelata la vita in carcere. E domani è attesa la sentenza
Musica, il corso d’inglese, la palestra, la tv e il libri. È la routine che Filippo Turetta vive nel carcere veronese di Montorio. Dal 25 novembre del 2023 è dietro le sbarre con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Reati che posso costargli l’ergastolo e che lo vedono tra i 73 ospiti della sezione separata che accoglie detenuti accusati di particolari violenze di genere. Nella sezione con una scuola, una cappella per la preghiera e una palestra, il ventiduenne ha una cella condivisa, lo spazio per scrivere, il silenzio per riflettere e il tempo per provare a ricostruirsi. Turetta è un ‘signor nessuno’ in una struttura che accoglie circa 600 detenuti, sebbene il suo sia diventato un volto ‘noto’.
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A sorpresa ha deciso di farsi inquadrare nel processo, iniziato lo scorso settembre, che lo vede imputato davanti alla corte d’Assise di Venezia che domani, martedì 3 dicembre, emetterà la prima sentenza per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Turetta sa che in carcere passerà i suoi prossimi anni e come tutta l’umanità chiusa dietro le sbarre cerca un motivo per alzarsi la mattina.
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Da quanto risulta all’Adnkronos, partecipa alle attività musicali, suona uno strumento nella band, partecipa al corso di perfezionamento d’inglese e a quelli di formazione, ancora troppo presto pensare di completare la laurea in Ingegneria biomedica. Nella casa circondariale guidata dalla direttrice Francesca Gioieni - sulla cancellata è ben saldo lo striscione «Non calpestiamo i diritti delle donne» realizzato da detenuti e insegnanti - incontra i genitori e partecipa alle attività. Taciturno, rispettoso delle regole, non pronuncia il nome di Giulia e sa che la strada della rieducazione è ancora tutta da percorrere.
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