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Ceccardi, la proposta sul velo fa paura agli islamici: "Via dall'Italia"

Gabriele Imperiale
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Se una legge proibisse di indossare il velo alle ragazze minorenni di fede islamica a scuola? “Vado via dall’Italia”, “Vado contro la legge”, “Mia figlia non andrebbe a scuola”. Ecco come rispondono tra Monza e Brescia, due delle principali città del nord-Italia dove la comunità islamica è più presente. Pareri e opinioni raccolti dalla giornalista Giulia Guerri di Dritto e Rovescio, il programma di Paolo Del Debbio, e che descrivono la possibile reazione alla petizione lanciata dall’europarlamentare della Lega, Susanna Ceccardi, che vorrebbe vietare l’uso del hijab o del niqab alle minorenni in luoghi pubblici come le scuole. La giornalista Mediaset inizia il suo racconto da Monza. Scuola primaria statale Iqbal Masih, istituto dove c’è la più alta concentrazione di alunni di fede islamica della zona: alcune donne raccontano la loro protesta per alcune mamme che vengono a riprendere i propri figli con il velo integrale. 

 

 

 

“La signora adulta secondo me non deve stare velata completamente. In Italia il viso è obbligo che tu lo devi far vedere, proprio per farti riconoscere – racconta – C'è una bambina, ad esempio, in prima, che è velata. So che gli insegnanti stanno lavorando con la mamma affinché si arrivi a una soluzione diversa”. A parlare poi sono gli stessi componenti della comunità islamica: “Mia figlia l'anno prossimo viene con il velo – racconta un genitore e alla domanda su cosa farebbe se dovesse andare in porto la proposta Ceccardi, risponde – A questo punto vado via. Quello che è più importante non è dove viviamo adesso ma dopo la morte”.  “Se ti dicono a scuola non puoi più venire con il velo, tu cosa fai? Vai contro la legge?”, chiede Guerri e una minore risponde: “Si. Io vado contro la legge perché questa cosa è mia”. “È più importante la religione rispetto alla legge?” – chiede la cronista. La ragazza è perentoria: “Sì, per me la religione è sopra a tutto”. 

 

 

Non cambia la situazione a Brescia. “Sono libere di togliere o no il velo?” – chiede la cronista. “Non sono libere. Lo ha detto il profeta alle donne che devono coprire il loro corpo” – risponde un uomo. Guerri chiede ad una donna se abbia scelto di mettere il velo e se anche le sue figlie abbiano scelto di indossarlo: “E’ un obbligo” – risponde la donna. “Ma se in futuro fosse vietato?” – chiede la giornalista – “Non la manderei a scuola”. La cronista controbatte incredula: “Però così lei non può studiare”; la donna le risponde: “Il velo è più importante. Mia figlia lo sa”.

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