inaugurazione disertata
Papa Francesco e lo sgarbo a Macron: non riconsacra Notre Dame de Paris
Emmanuel Macron lo aveva promesso: la Cattedrale di Notre Dame de Paris, distrutta dalle fiamme nello spaventoso incendio del 15 aprile 2019, sarebbe stata pronta per essere riconsacrata ben prima della seconda metà del 2025 come inizialmente previsto. Il Presidente della Repubblica francese, che già un anno fa visitando i cantieri in fermento aveva ipotizzato la data dell’8 dicembre 2024 per l’inaugurazione del luogo di culto divenuto da secoli patrimonio nazionale, ha mantenuto la sua parola. Il giorno prescelto non era certo un vezzo dell’inquilino dell’Eliseo. La cattedrale è dedicata a Maria e riaprirla al pubblico con una solenne cerimonia religiosa proprio nel giorno in cui la Chiesa festeggia l’Immacolata Concezione era un chiaro segnale di come la Francia, pur essendo una Repubblica laica, non abbia dimenticato di essere stata per secoli la «figlia cristianissima» del pontefice romano. E proprio riguardo al Papa, rispondendo mesi fa a chi gli chiedeva se Francesco sarebbe stato presente, il presidente aveva detto: «Spero ci sia, in ogni caso lo inviteremo». Se e quando l’invito ufficiale sia stato spedito non si sa, quel che è certo è che il pontefice a Notre Dame non metterà piede.
Alla solenne cerimonia, presieduta dall’Arcivescovo di Parigi e concelebrata da 170 vescovi e cardinali provenienti da tutta la Francia e dal mondo, così come pure da un sacerdote per ciascuna delle 106 parrocchie della diocesi di Parigi, saranno presenti delegazioni istituzionali e rappresentanze diplomatiche di tutta Europa, tra di loro anche il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’assenza del Papa è ovviamente pesantissima, essendo egli il capo visibile della cattolicità, ma Jorge Bergoglio, per togliersi dall’impaccio, ha preparato in anticipo una ragionevole scusa. Già ad inizio ottobre, infatti, ha annunciato l’indizione di un Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali. La data prescelta? Ma l’8 dicembre, «ça va sans dire». Non solo, appena cinque giorni fa la sala stampa della Santa Sede ha reso noto che «accogliendo l’invito delle autorità civili e religiose, il Santo Padre si recherà in visita apostolica ad Ajaccio, in Corsica, il prossimo 15 dicembre». Francia sì, dunque, ma non Parigi e men che meno da Emmanuel Macron.
D’altronde, che i rapporti tra Papa Francesco e il presidente francese non siano idilliaci è abbastanza risaputo sia dentro che fuori dal Vaticano. Sull’immigrazione, per esempio, ma anche sul fine vita e sulla laicità imposta in Francia perfino nelle scuole (da cui sono stati messi al bando sia il crocifisso che l’insegnamento della religione), Bergoglio e Macron hanno posizioni molto lontane. Un altro episodio è significativo per evidenziare i rapporti tutt’altro che idilliaci tra il pontefice e il Capo di Stato francese. Quando a settembre del 2023 Francesco si recò a Marsiglia per gli «incontri mediterranei», il comunicato ufficiale della Santa Sede specificò singolarmente che «il Papa non visita la Francia, va a Marsiglia». Proprio in quella occasione si verificò un episodio eclatante che fece spazientire Bergoglio e inorridire gli esperti di protocollo: prima di ripartire per Roma Francesco accettò di ricevere gli omaggi di Macron e il breve incontro fu fissato in una sala attigua ai lavori del vertice sul Mediterraneo ma il presidente francese fece attendere il Papa, visibilmente spazientito, per più di venti minuti. Francia sì, Macron magari «à la prochaine».