Patriarcato, Bernardini de Pace non si tiene: "Una scusa, serve rispetto"
Che ci siano manifestazioni contro la violenza sulle donne "è sacrosanto", ma che le stesse vengano sfruttate dai collettivi per gettare fango sulla maggioranza, no. Questo è stato il tema che Paolo Del Debbio ha lanciato sul tavolo del dibattito a 4 di sera, il programma di politica e di attualità di Rete 4. Sabato, davanti al ministero dell’Istruzione, una foto del ministro Giuseppe Valditara è stata bruciata poco prima dell’inizio del corteo nazionale contro la violenza di genere organizzato dal movimento “Non Una di Meno”. "Prima di raggiungere la piazza contro la violenza di genere bruciamo il ministro Valditara”, ha scritto il movimento femminista "Aracne" in una storia pubblicata su Instagram. Ospite in studio, Annamaria Bernardini de Pace non si è trattenuta: "Io le vedo tutte solo e soltanto manifestazioni contro il governo perché, se fossero sentite, non si farebbe un gesto di violenza seppur simbolico".
Il Tempo rosso contro violenza e ipocrisia
"Non ha senso bruciare foto di persone. La violenza è violenza, che sia simbolica o no. Bruciare la foto vuol dire uccidere. Uccidere il ministro Valdiatara perché ha espresso la sua opinione? Vogliono manifestare contro il governo come in tutti i cortei di sinistra organizzati negli ultimi tempi", ha continuato il celebre avvocato divorzista. "Se si vuole discutere della violenza e dei femminicidi, che io chiamerei famiglicidi, bisogna capire che il problema è all'interno della famiglia e che non è un problema di patriarcato. Il pater familias non esiste più dal 1975. Se ve lo dico io, che mi occupo di coppia e di famiglia, mi dovete credere. C'è molta parità tra uomo e donna. Sapete cosa non c'è? L'educazione. I ragazzi non sanno più distinguere il male dal bene. Il patriarcato è una scusa. Si devono educare i ragazzi al rispetto", ha aggiunto Bernardini de Pace.