Caffo a processo per violenza rinuncia alla Fiera. Ma la Valerio lo difende
«L’idea di tirare fuori un’altra cosa in maniera pretestuosa mi è sembrata una mancanza di grazia, una mancanza di senso di pudore.» Così Chiara Valerio commentava il discorso pronunciato da Giuseppe Valditara alla presentazione della fondazione Giulia Cecchettin. La scrittrice beniamina della Sinistra al caviale, nota per le posizioni contro la diseguaglianza e la violenza di genere, s’inseriva così nella violenta polemica delle opposizioni contro il ministro dell'Istruzione, reo di aver ricollegato le violenze sessuali al fenomeno migratorio. Al caso di Giulia Cecchettin uccisa dal fidanzato Filippo Turetta, Valerio ha del resto dedicato l'imminente edizione di «Più libri più liberi», fiera romana della piccola e media editoria di cui è direttrice. Peccato sia poi crollata dal podio della purezza da cui accusava Valditara quand’è stata travolta dagli attacchi per aver invitato alla manifestazione il filosofo Leonardo Caffo, attualmente a processo a Milano per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti dell'ex compagna, per i quali la procura ha chiesto 4 anni e mezzo di carcere (sentenza prevista per il prossimo 10 dicembre).
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Nella requisitoria, la procura milanese ha riassunto le fasi della relazione tra lo scrittore e l’ex compagna parlando di «escalation» di violenze fisiche e psicologiche e di «offese raccapriccianti e umilianti» tali da «far perdere alla vittima la propria dignità» invitandola in varie occasioni a uccidersi per non essere riuscita a «fare nulla nella vita». La difesa invita a «valutare l’attendibilità intrinseca» dell'accusatrice e chiede ai giudici di assolvere l'imputato perché i fatti non sussistono, in alternativa di dichiarare non punibile il reato di lesioni per tardiva querela e in caso di condanna escludere le aggravanti e concedere le attenuanti generiche e il minimo della pena.
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In ogni modo, la presenza di Caffo a una manifestazione dedicata alla violenza di genere, ha suscitato un tale coro di critiche che il diretto interessato ha ritirato la sua partecipazione con un messaggio sui social: «Se la mia sola presenza rovina una fiera così importante per la cultura italiana e dedicata a un così alto ideale, credo sia necessario come intellettuale fare un passo indietro». L’irriducibile Valerio ha invece ribadito che l'invito a Caffo «rimane valido» e che sarà lei stessa a parlare del suo saggio sull'anarchia. «Tenuto conto di chi protesta ma non condividendo i modi e i toni, ci pare questa la via per lasciare che lo spazio pubblico, e una fiera lo è, sia il luogo dove i corpi possano confrontarsi, concordarli e dissentire». «Sempre più Chiara» (cit. Marco Travaglio) ha poi ribadito in quel salottino buono della Sinistra che è Propaganda Live: «Chi non è condannato ha il diritto costituzionale di parlare». Un diritto di cui evidentemente non gode il ministro Valditara, non imputato in alcun processo eppure attaccato dalle femministe in piazza. E dalla stessa Valerio, ora magicamente garantista.