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Tagadà, a Landini ancora non basta: "Rivolta sociale necessaria"

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Non gli sono bastati gli scontri di Bologna e l'odio di piazza visto nei giorni scorsi (anche oggi a La Sapienza i collettivi rossi hanno tentato di raggiungere il presidio degli studenti di Azione universitaria, bloccati dalla polizia). Maurizio Landini torna con il lugubre slogan della "rivolta sociale".  "Assolutamente sì, sono proprio convinto, è una necessità della singola persona di non voltarsi da un’altra parte di fronte alle disuguaglianze, vuole dire mettersi insieme agli altri. È un modo per esistere", insiste il leader della Cgil, Maurizio Landini, ospite di La7, ribadendo la necessità di una "rivolta sociale" contro la manovra "ingiusta e pericolosa" e le politiche portate avanti dal governo.

 

Nel corso di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella venerdì 22 novembre, Landini non lesina attacchi al ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini: "Uno che è vicepresidente del Consiglio dovrebbe farsi delle domande perché lo sciopero non è un optional, si rinuncia a una giornata di stipendio, dovrebbe chiedersi perché scioperano, non è che sono tutti impazziti", afferma citando le mobilitazioni del trasporto pubblico e della sanità. Sul possibile ricorso alla precettazione per gli scioperi dei prossimi giorni prospettata da Salvini, Landini si inalbera: "Non sa di cosa sta parlando". "Noi- spiega il sindacalista - abbiamo rispettato le leggi, quindi non c’è da precettare un bel nulla. Il settore ferroviario, non essendo passati 10 giorni dal precedente sciopero, lo abbiamo escluso dallo sciopero generale del 29". Quindi se arrivasse una precettazione sarebbe "un atto unilaterale di messa in discussione del diritto allo sciopero. E poi si sa da un mese che c’è lo sciopero, c’è stato tutto il tempo per cercare di trovare delle soluzioni". 

 

Tuttavia, i numeri parlano: "Nei 25 mesi di vita del governo sono stati proclamati 518 scioperi nazionali e interregionali, di cui 374 realmente effettuati per una media di 15 scioperi al mese. Facendo un confronto con i governi precedenti si tratta della media più alta degli ultimi 7 governi. Durante i 34 mesi del governo Renzi i sindacati erano più distratti perché gli scioperi furono 280, 8 al mese", aveva spiegato Salvini in Senato smontando la narrazione dei sindacati in vista dello sciopero di questo fine settimana e di quello generale contro la manovra proclamato da Cgil e Uil per venerdì 29 novembre.

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