piazze violente

Del Debbio a valanga: "Nonostante gli spari?", l'ultima uscita di Raimo

Scontri con la polizia, fantocci bruciati in piazza, il gesto della P38 visto nei cortei dei collettivi rossi: la sinistra antagonista sembra voler far ripiombare l'Italia nel clima degli anni '70. E per qualcuno non è un male, basta sentire cosa ha detto Christian Raimo - l'attivista e insegnante sospeso per aver definito il ministro Valditara "lurido" e  "un obiettivo da colpire politicamente perché debole" - durante una manifestazione: "Gli anni '70 non erano solo quelli delle stragi e della violenza politica, ma anche anni di riforme fondamentali. La legge Basaglia, l'eliminazione delle classi differenziali nel 1977, la nascita del Servizio Sanitario Nazionale: questi sono i tratti distintivi di quel periodo". Il pensiero di Raimo si spinge oltre il fatto che "nonostante ci si sparasse in piazza" gli anni '70 "sono stati anni di grandi lotte per i diritti", e critica le nuove norme sulla sicurezza del governo perché limitano la protesta e "una buona democrazia vive di un buon dibattito pubblico qualificato". Parole che fanno trasecolare Paolo Del Debbio, che le ha mandate in onda nella puntata di venerdì 22 novembre di 4 di sera, su Rete4. 

 

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"Ho due piccole osservazioni sul discorsetto" di Raimo, esordisce. "La prima è che in Italia, caro professor Raimo", è impossibile sostenere che "in questo momento è difficile il dibattito pubblico... Francamente non lo so, più che tirare un camion di letame davanti al Ministero dell'Interno  a livello di dibattito pubblico cosa si possa fare... Forse si può portare un elicottero di letame e buttarlo direttamente sopra?", attacca il conduttore che si riferisce all'azione di protesta degli eco-attivisti oggi a Roma. La seconda osservazione è su quanto sono stati belli gli anni '70... "Lei dice che nonostante le stragi e nonostante il terrorismo gli anni '70 sono stati un buon momento", ma quale "nonostante, sono stati anni caratterizzati da queste violenze, Dio ci aiuti che non tornino più, altro che nonostante", conclude Del Debbio.