Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'intervista a Bernardini de Pace: “Nessuna emergenza patriarcato. I genitori non educano più”

Christian Campigli
  • a
  • a
  • a

«Il patriarcato non è assolutamente un’emergenza. La verità è che, dagli anni Settanta in poi, i genitori hanno smesso di svolgere il proprio compito, quello cioè di educatori, e hanno iniziato a giocare a fare gli amici con i propri figli. Oggi paghiamo le prevedibili conseguenze di quegli atteggiamenti». Annamaria Bernardini de Pace è uno degli avvocati esperti nel diritto di famiglia più famosi d’Italia. Le abbiamo chiesto cosa pensa di questa polemica sul patriarcato, la violenza sulle donne e le cause di questa deriva.

Avvocato, si è tornati a parlare di patriarcato. Esiste davvero o è un'invenzione che fa comodo ad una parte della classe politica?
«Secondo me è un’invenzione, oggi non esiste più il patriarcato, almeno non in termini emergenziali. La verità, che in pochi vogliono vedere, è che ai giovani non è stato insegnato il rispetto, non solo per le donne, ma proprio per gli altri. Le persone che oggi hanno dai 40 anni in giù non sono stati abituati a capire le emozioni degli altri e che l’aggressività propria va governata e limitata. Un no è un no».

 



Violenza sulle donne, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha evidenziato come vi sia una correlazione con la devianza, conseguenza dell'immigrazione clandestina. Secondo lei ha ragione o torto?
«Ha sicuramente ragione e ha ragione perché così dicono i numeri. Le statistiche sono impietose nell'evidenziare una correlazione, strettissima, tra l'aumento dei reati sulle donne e l’innalzamento dell'immigrazione clandestina. A questa realtà ne vanno però aggiunte due: una piccola percentuale di uomini maturi, ancora convinti che il patriarcato esista e i giovani. Non si può poi negare come vi siano troppi pochi agenti impiegati per il contrasto ai reati, troppe le scorte a personaggi come Roberto Saviano, troppi gli agenti che restano in ufficio a sbrigare pratiche amministrative. Insomma, servono più uomini in divisa per la strada. E non mi riferisco solo a poliziotti e carabinieri, ma anche a vigili. Non se ne vedono, almeno a Milano, se non per sollevare multe. Io sono sempre uscita da sola, senza paura, sono sempre andata al ristorante.
Ora non me la sento più. Esco se sono in compagnia, sennò ho paura. E Milano è troppo buia».

Il rispetto per le donne passa solo dalla sicurezza fisica o anche dalla reale uguaglianza negli stipendi rispetto agli uomini?
«Il rispetto passa anche dalle scelte delle donne, che spesso non sono capaci di farsi rispettare. Io so che alcune ministre mi infilerebbero delle cerbottane negli occhi, sentendomi parlare, ma è così. Le faccio un esempio: Elodie, che parla sempre di patriarcato e di lotte femministe, è convinta che sia un atto di libertà cantare mezza nuda. Io mi chiedo allora perché non va completamente nuda per la strada. E che dire delle ragazze che bevono quanto gli uomini, proprio per sembrare come loro».

Catcalling, una legge utile o solo una bandierina che andava messa?
«Sarò molto breve e secca: mi sembra una grande cazzata, una legge del tutto inutile».

 



Bullismo e cyberbullismo, cosa dovrebbe fare il parlamento per limitare questa emergenza?
«Di leggi ce ne sono fin troppe, basta applicarle. Il punto fondamentale, per sconfiggere queste piaghe, è agire sui genitori. Che hanno smesso di rimproverare i propri figli e si arrabbiano se un insegnante svolge quel compito. Dobbiamo poi tornare all'educazione civica in classe. Io ho scritto un libro, sul tema: “Manuale di autodifesa, per ragazze e ragazzi”. Credo davvero che si debba cambiare l'approccio genitoriale. Più rimproveri, meno foto da pubblicare sui social».

Da donna, da esperta di diritto, che idea si è fatta della maternità surrogata, diventata da poco reato universale?
«Vendere il proprio figlio è una pratica schifosa. Quindi bene la legge, non so quanto, tecnicamente, l'universalità possa essere poi essere applicata».

 

Dai blog