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In piazza "debosciati e violenti", Cerno: "Chi cambierà l'Italia era a studiare"

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Siamo in un Paese "dove i professori vanno in televisione a dire che la violenza contro gli altri è una cosa legittima quindi non dobbiamo meravigliarci se gli studenti obbediscono, quando comoda, ai professori", commenta il direttore de Il Tempo,  Tommaso Cerno, nel corso di 4 di sera, su Rete4, con il chiaro riferimento alle uscite pubbliche di Christian Raimo, uno dei paladini della sinistra più movimentista. Ma ad alimentare le violenze di piazza del No Meloni day ci sono anche le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha parlato di rivolta sociale: "Immagino che lui non abbia letto bene sul dizionario il significato della parola rivolta, che è tutto ciò che porta al rovesciamento di un sistema democratico", fa notare Cerno.

 

Tra i cattivi maestri c'è Nicola Fratoianni "che abbiamo visto pontificare da questi studenti e che prende una sotto processo", Ilaria Salis in Ungheria, "perché andava in giro con un martello, secondo l'accusa, menare quelli che la pensano diversamente da lei, e con l'immunità che contesta la porta in Parlamento". Insomma, fa notare il direttore, quello visto in piazza a Torino e non solo "è la semplice messa in scena da parte di movimenti politici precisi, che utilizzano quegli stessi studenti che poi quando prendono un brutto voto vanno da papà a fare ricorso al Tar". 

 

Abbiamo visto fantocci in fiamme, foto imbrattate di sabgue, il gesto della P 38. "Bruciano Validitara ma non sanno neanche chi è, mettono il sangue sulla faccia della Meloni senza avere letto la finanziaria, gli studenti che faranno il futuro sono quelli che erano a casa a studiare e quelli che sono in America a fare i master, non certo 'sto branco di debosciati, delinquenti e ignoranti", conclude in crescendo Cerno. 

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