Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Storace e l'affondo a Di Battista: "Partito del Vaffa...non uomini di galateo"

Luca De Lellis
  • a
  • a
  • a

Francesco Storace contro tutti. Potremmo definire così lo scorcio della trasmissione DiMartedì nel quale l’editorialista di Libero si è scontrato con un ex pentastellato come Alessandro Di Battista e con l’attuale capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia. La polemica è scoppiata quando l’ex Ministro della Salute del terzo governo Berlusconi ha rammentato a Di Battista le sue origini: “Mi ha molto colpito la lezione che ci ha impartito all’inizio”, ha esordito in maniera sarcastica l’ospite del conduttore Giovanni Floris, in riferimento a un discorso precedente del fu compagno di battaglie di Luigi Di Maio. “Vorrei però ricordargli che viene dal partito del Vaffa…quindi non è che vi siete presentati come uomini del galateo”. 

 

 

 

In sua protezione è intervenuta immediatamente Floridia, altra ospite del programma di La7, che è entrata a gamba testa per puntualizzare un’inesattezza semantica della frase appena pronunciata da Storace: “Il nostro vaffa… era nelle piazze ed era indirizzato ai condannati in Parlamento, da quando il Movimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni non si è mai permesso di mandare a quel paese nessuno”. Floris riconsegna la parola a Storace, che ribatte al sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha dubitato del governo Meloni, insinuando un coinvolgimento del Premier nell’autorizzazione alla manifestazione di Casapound nel capoluogo emiliano.

 

 

“Io di manganelli ne ho sentito parlare solo quando li hanno ritrovati nelle tasche della Salis”, dice l’ex governatore della Regione Lazio, che viene prontamente smentito dal presentatore: “In realtà scendeva da un taxi con gente che il giorno prima li aveva avuti”. Storace non ci sta e si scaglia contro il primo cittadino bolognese: “Lepore si è inventato che il governo ha mandato 300 camicie nere a Bologna”. Chiosando poi con una battuta al vetriolo: “La marcia non era su Bologna, ma su Roma”, con chiaro riferimento al parallelismo che si fa tra questo esecutivo e il ritorno del fascismo nel nostro Paese.

Dai blog