Napoli, Saviano accusa il governo per la spirale di omicidi: “Sanno solo parlare di repressione”
Lo scrittore Roberto Saviano si è soffermato sulle morti di giovanissimi, avvenute tra Napoli e provincia, nel giro di pochi giorni, pubblicando un video su Facebook: «Dopo Emanuele, ammazzato a 15 anni. Dopo Santo, ammazzato a 19 anni. Oggi ammazzano Arcangelo, a 18 anni. Questi morti non sono parte di una sola faida, non è in corso a Napoli una faida che utilizza soldati e ragazzini. Quello che sta accadendo nella città con più armi d’Europa è semplicemente quello che sta accadendo a Città del Messico, a Miami, a Istanbul, nelle periferie tedesche e svedesi. A morire sono sempre i più giovani, ragazzini». Lo dice lo scrittore Roberto Saviano in un video pubblicato su facebook. «E questo sta accadendo perché? Perché - prosegue - le organizzazioni criminali affiliano sempre più giovani. Perché nella pratica criminale si inizia sempre più presto. Nel gruppo di fuoco che ha ammazzato Emanuele Tufano, un ragazzino, un bambino di 12 anni. Non sappiamo se ha sparato lui direttamente a Emanuele o era solo un membro della paranza. Questo è il nome dei gruppi di giovanissimi che si muovono a Napoli. Paranze... Come le barche che vanno in gruppo a pescare pesci. Questi sono gruppi di ragazzini che si muovono a pescare nemici».
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Per Saviano però «non sono mostri, non sono ragazzi mangiati vivi dalla cocaina, esseri crudeli selezionati nel verbo del profitto o dell’ingaggio violento. Arcangelo poco prima di morire postava post e storie romantiche, faceva il duro veniva da una realtà criminale. Suo cugino è stato ammazzato dalla polizia dopo una rapina. Sempre ragazzini, a 17 - 18 anni. Quando è stato il suo compleanno ha scritto, commentando una foto della sua famiglia, 18 anni d’amore. Quindi stiamo parlando di ragazzini. Ma attenzione. Cosa conta oggi? Il denaro. E cos’altro conta? Essere fichi. E quindi il denaro ed essere fichi cosa porta... Carisma, essere rispettati, amati. Ti rispettano anche se ti temono, se sei un duro puoi avere chi vuoi». «E come lo ottieni questo? In una realtà- sottolinea- dove è impossibile avere un contratto di lavoro, dove è impensabile che risparmiare ti porti cose, dove progettare è inimmaginabile. Come lo ottieni? Con la pistola. Come lo ottieni? Scegliendo, spesso, la strada criminale che ti porta soldi, che ti porta carisma, che ti porta ad essere duro e fico. Che ti porta a morire...sparato in faccia. Come è successo ad Arcangelo. O a sparare e a uccidere innocenti. O a tenere una pistola addosso. Questo succede in queste realtà. E la gerarchia di quegli obiettivi, che non chiamo valori, da dove la prendono? Dalla strada o dalla realtà? Dai social o da come è vivere in questo mondo? Sono le regole di questo mondo, che in alcune parti, che in alcune periferie, in situazione di miseria, si raggiungono con una pistola. Si raggiungono morendo a 14 a 15 anni. Ammazzando e venendo uccisi. Questo è il nostro tempo e nessuna politica ve ne parlerà».
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«Il governo non farà null’altro che parlare di repressione, di invitare la polizia ad arrestare tutti. Come vedete tacciono tutti. Governo locale, governo regionale. Governo nazionale. Non sanno cosa rispondere. Questo è solo l’inizio...», conclude amaramente Saviano, che ha parlato anche a Lapresse: «Il completo fallimento del modello Caivano, sbandierato dal Governo, si vede in questi omicidi».