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Vittorio Feltri e la "cafonata" dei radical chic americani su Trump e Harris

Luca De Lellis
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Il tanto atteso giorno del giudizio è arrivato. Per gli Stati Uniti, chiaro, ma anche per il futuro della geopolitica globale. Chi sarà il nuovo presidente americano lo scopriremo solo tra alcuni giorni, specie poiché la lotta sembra più che mai serrata. Svariati giornali in giro per il mondo spingono affinché la spunti Kamala Harris e, proprio per tale ragione, Vittorio Feltri si dichiara “persuaso che, sebbene i sondaggi non siano favorevoli, Trump ce la farà”. Il direttore editoriale de Il Giornale, rispondendo al quesito di un lettore nella sua rubrica La Stanza, si è scagliato sarcasticamente contro la stampa che “crede davvero di poter influenzare gli esiti delle urne” a favore della candidata democratica. E porta a corredo l’esempio del New York Times, uno dei quotidiani considerati tra i più autorevoli del continente. Feltri non ha peli sulla lingua: “Nei giorni scorsi si è spinto oltre ogni limite, al di là della propaganda. Ha invitato, anzi ordinato, agli elettori-lettori di votare Kamala Harris allo scopo di scongiurare il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca”.

 

Il direttore, che notoriamente vedrebbe di buon occhio un’eventuale vittoria del tycoon, stronca i colleghi del giornale newyorkese, e li accusa di “farsela sotto” al solo pensiero: “Ti pare onesto? Anzi no, ti pare elegante? Ti pare deontologicamente corretto? Trattasi di una cafonata, compiuta da chi ha la puzza sotto il naso, quei radical chic che vivono nell'attico in centro e che ignorano i problemi reali della gente comune”. E individua anche un’analogia con quanto accaduto due anni fa all’attuale Premier italiana Giorgia Meloni: “Era reputata una sfigata ed era stato ampiamente previsto che sarebbe stata battuta da chiunque, veniva derisa per le sue ambizioni, prima tra tutte quella di guidare il Paese avendone ricevuto mandato dal popolo sovrano”. Il resto è storia, come stiamo vedendo dalla sua leadership ancora insindacabile. 

 

Qual è allora la morale della favola? Feltri la illustra: “L'esperienza dovrebbe averci insegnato che non ottenere l'endorsement da parte di tv, giornali, intellettuali e soloni vari e avariati sia una gran bella botta di c**o (asterischi nostri... ndr). O non ci azzeccano nulla oppure portano sfiga: ti danno per perdente e vinci; ti danno per finito e cominci; ti danno per morto e risorgi; ti danno del co***one (come sopra, ndr) e poi i cretini dimostrano di esserlo loro”. Mancano poche ore ormai, ballano i voti dei cosiddetti sette “Swing States”. Poi sapremo se Trump avrà bissato la rimonta del 2016, oppure a spuntarla sarà l’attuale vicepresidente democratica.

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