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Vasco Rossi, Cruciani e Porro a valanga: "Senza coraggio". Cosa dimentica nel post

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Il post di Vasco Rossi in onore del padre, morto nel '79, ha scatenato una bufera politica. Nel commento social il cantante ha ricordato i due anni passati in campo di concentramento a Dortmund dall'uomo "per non esserti voluto piegare alla barbarie del Nazi Fascismo"; si legge nel post che poi attacca: "Non ci crederai ma sono tornati… lupi travestiti da agnelli" e via dicendo, senza tuttavia fare menzione dell'obiettivo del suo messaggio. Se ne parla nel corso di Quarta Repubblica, nel blocco finale un Tavolo per due con Nicola Porro e Giuseppe Cruciani a cui non è piaciuta molto l'uscita del rocker di Zocca. 

 

Il conduttore de La Zanzara fa notare innanzitutto che nonostante il bersaglio di Rossi appia chiaro, questi "non si rivolge direttamente al governo di centrodestra, non lo nomina ed è la cosa che mi fa inca***re di più ". Insomma, "è chiaro il riferimento: sono tornati in altri fascisti. Però non c'è nemmeno il coraggio di andare fino in fondo e dire: questi che stanno intorno al governo Meloni, che hanno occupato la Rai e la cultura sono tornati e sono nazifascisti", afferma il giornalista che ripercorre alcune delle argomentazioni care a pezzi della sinistra. 

 

In ogni caso, se Vasco Rossi è liberissimo di ricordare il padre come meglio crede. Ma il "collegamento che uno fa tra il nazifascismo per cui il padre è stato nei campi di concentramento e adesso è non solo ridicolo, è una roba che non è da Vasco Rossi - rimarca Cruciani - noi attribuiamo troppo importanza a Vasco Rossi a livello di intelligenza". Il conduttore, Nicola Porro, fa notare che all'inizio della sua carriera il cantautore aveva avuto la capacità di rompere gli schemi, e "adesso invece è il mainstream".

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