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Migranti, Cerno smonta i teoremi di Barbacetto: meglio in Albania che con i Soumahoro

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A L'aria che tira, su La7, si parla dell'ultimo provvedimento di un giudice contro le misure del governo in fatto di migrati. Il tribunale di Catania infatti ha disposto il rilascio di 5 irregolari definendo l'Egitto Paese non sicuro, disapplicando così l'ultimo decreto dell'esecutivo sul caso Albania. Nella puntata di martedì 5 novembre del programma di David Parenzo, il giornalista del Fatto, Gianni Barbacetto, vede nei tre temi della sicurezza, dei migranti e del contrasto alle rigidità europee "il grande imbroglio del governo". Queste, per il giornalista, sono "tre bandiere della destra per fare il grande imbroglio. Dicono: noi vi vorremmo dare sicurezza spostando i migranti in Albania e invece ci sono i magistrati cattivi" che fermano tutto. In collegamento c'è il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, che ha un'idea nettamente divergente a riguardo. 

 

"Non ho capito cosa hai detto, è un discorso che non sta né in cielo né in terra", attacca il direttore che punta il dito sulla gestione dell'immigrazione degli ultimi decenni che il governo sta cambiando, non senza fatica, mentre la sinistra e pezzi della magistratura contrastano in ogni modo le misure della maggioranza. Il risultato è che in Italia "c'è questo schifo tanto che uno come Buzzi dice che si guadagna più con i migranti che con la droga". Non solo. "Se fossi africano", continua Cerno, "chiederei: per favore mettetemi in Albania perché almeno non finiscono in quel disastro che abbiamo fatto a suon di miliardi degli italiani". L'affondo finale sul sistema dell'accoglienza promosso per decenni dalla sinistra è clamoroso: "Metterei la firma per andare in Albania anziché finire nelle grinfie di Soumahoro e di sua moglie", conclude Cerno. 

 

 

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