Paolo Crepet, la domanda inquietante sul dramma di Aurora: "Vi sembra normale che..."
È stato convalidato il fermo, insieme alla custodia cautelare in carcere, per il 15enne accusato di aver ucciso la fidanzatina, Aurora il suo nome, di soli 13 anni precipitata da un palazzo a Piacenza la mattina del 25 ottobre, prima di andare a scuola. Il Tribunale dei minori di Bologna, stamattina, ha convalidato il fermo per omicidio volontario. Un provvedimento che la Procura ha deciso di adottare "rilevando la gravità del compendio indiziario sin qui raccolto, in merito alla causa della caduta che, allo stato delle indagini, appare riconducibile ad un’azione voluta dall’indagato" e perché ha "ritenuto sussistenti esigenze cautelari sufficienti per disporre la misura della custodia in Istituto penale minorile". Tra gli elementi determinanti il fatto, trapelato oggi dalle indagini, che secondo quanto emerge dai primi accertamenti medico-legali, sul corpo ci sarebbero dei segni sulle mani compatibili con il fatto che il suo ragazzo, dopo averla buttata oltre il balcone del settimo piano, le abbia dato dei colpi per farle lasciare la presa sulla ringhiera, a cui si era aggrappata per salvarsi. Una dinamica dei fatti agghiacciante che sarebbe confermata dalle testimonianze oculari dei vicini che sarebbero almeno tre. Uno di loro avrebbe proprio visto il ragazzo darle dei colpi sulle mani per farla cadere. Una vicenda assurda e tragica che segue i gravi fatti di cronaca con protagonisti giovanissimi emersi negli ultimi mesi.
Crepet inchioda i "peggiori genitori della storia", il botta e risposta con Galiano
Paolo Crepet, psichiatra e sociologo da sempre in prima linea sui mutamenti del mondo giovanile, spiega così cosa ha provato quando ha appreso della vicenda: "Orrore, orrore, orrore". Dietro la storia di Vicenza "c'è l'Italia del 2024, un Paese dove si sono persi valori, insegnamenti e si bruciano le tappe di crescita", afferma l'esperto in un'intervista ad Affaritaliani. I ragazzi diventano adulti troppo presto. "In questa nostra società viviamo un passaggio dall'esser bambini al diventare grandi troppo in fretta. Si passa dalla culla al letto con troppa facilità. Vi sembra normale che una bambina di 13 anni fosse col suo fidanzato da sola?"", è la domanda di Crepet. Responsabilità vanno ricercate nei genitori, spiega lo psichiatra, ma questi "non sono i soli responsabili di simili drammi, c'è una società che ci impone certe regole e questi sono i risultati". Insomma, fatti come quelli di Piacenza ci devono far interrogare sulla nostra società, sull'educazione che impartiamo ai nostri figli, sulla famiglia. In sintesi, sul futuro dei nostri giovani.