Dritto e rovescio, La Russa: "Dossier sui miei figli. Chi è il mandante?"
C'è anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, tra le vittime del dossieraggio emerso dall'inchiesta milanese, e in particolare sui figli, Geronimo e Leonardo. "Quello che mi ha schifato ancora di più non è che abbiano dossierato me, io ci sono allenato" ma "i miei figli, in una data peraltro molto sospetta che non può essere una coincidenza", ha detto l'esponente di FdI nel corso di Dritto e rovescio, su Rete4. Intervistato da Paolo Del Debbio, la Russa ha commentato: "Io pretenderei che chi ha fatto questa ricerca mi spieghi chi l’ha commissionata, lo dica ai magistrati. È più importante della loro responsabilità sapere a chi l’interessato non ha potuto dire ’No' quando gli è stato chiesto di controllare me e i miei figli". E ancora: "Voglio sapere chi è il mandante", è la richiesta di La Russa, che torna sul caso dei dossieraggi per poi approvare quanto detto da Giorgia Meloni sul fatto che bisogna mettere fine allo schifo: "Ha centrato" il punto, sottolinea il presidente del Senato.
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Sulle critiche di Matteo Salvini per i provvedimenti che ostacolano il trasferimento dei migranti in Albania, La Russa ha commentato; "Legittimo pensiero di un leader di partito. Cosa vuol dire? Dice che se c’è qualche magistrato risponde più al suo pensiero politico che alle norme... A volte il problema è il limite perché in Italia le norme non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e inizia quello politico. Non dico la Costituzione ma insieme maggioranza, opposizione e magistratura dovrebbero lavorarci". Il problema, ha detto la seconda carica dello Stato, "è che le norme in Italia non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e dove comincia il potere esecutivo e parlamentare. Non dico la Costituzione... ma trovare una definizione precisa e ho detto che devono farlo maggioranza, opposizione e magistratura insieme, perché è interesse dell’Italia che queste invasioni di campo, a volte anche reciproche, non si verificano e l’unico modo è definire i limiti".
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C'è poi il risultato delle elezioni regionali in Liguria con Marco Bucci che ha riconfermato il centrodestra alla guida nonostante la bufera per l’inchiesta su Giovanni Toti. "Mi ero accorto qualche giorno prima che in Liguria il sentimento era di possibile vittoria. Si ricorda nel 1994 la gioiosa macchina da guerra di Occhetto? La sinistra era sicura di aver vinto e poi prese una batosta da Berlusconi", ricorda La Russa. Il clima in Liguria "era uguale. La sinistra, dopo la vicenda Toti, ha detto: ’Qui siamo in discesa, abbiamo vinto'. E poi i liguri hanno cominciato a ragionare grazie anche all’ottima candidatura del sindaco Bucci, voluto e appoggiato da Giorgia Meloni".