crisi stellantis
Stellantis, lo stile di John Elkann che se ne infischia del Parlamento
Vien quasi da dire: e meno male che rappresenta un giornale che impartisce al mondo lezioni di democrazia e stile. Già, ieri il presidente della Stellantis ed editore di Gedi (leggi Repubblica e Stampa), John Elkann, casa automobilistica ormai internazionale, ma con profonde radici produttive nel nostro Paese, e alla prese con una crisi di vendita senza precedenti, ha candidamente sbattuto la porta in faccia al Parlamento. Il tempio della rappresentanza popolare, luogo sacro del dibattito e della libertà, aveva chiamato l’erede di casa Agnelli a spiegare agli italiani quali fossero i piani di sviluppo e la strategia messa in campo per salvare i siti produttivi nel nostro Paese.
Un atto dovuto visto il sacrificio che i contribuenti italiani hanno dovuto sopportare per decenni (quando al timone c’erano il nonno Gianni e l’ad Romiti) per aiutare l’azienda a superare le cicliche crisi produttive.
Il tuo browser non supporta il tag iframe
La memoria di Elkann sul punto pare molto corta perché non ci sarà nessuna sua audizione al Parlamento italiano. La fredda motivazione è che «non essendoci aggiornamenti dall’audizione dello scorso venerdì 11 ottobre da Lei stesso presieduta, non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato» ha scritto John Elkann in una lettera indirizzata al presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli. «Ribadendo la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso, Stellantis prosegue le interlocuzioni con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del tavolo di confronto istituito presso il dicastero, in attesa della convocazione ufficiale presso la presidenza del consiglio» ha proseguito la missiva che ha ricordato l’impegno deciso in sede parlamentare della convocazione «entro la fine dell’anno» di «un tavolo con tutte le parti interessate a Palazzo Chigi».
Insomma governo sì, il Parlamento può aspettare. Poi la chiusa con il sapore amaro della beffa. «La ringrazio per l’attenzione che Lei ed i suoi Onorevoli colleghi state dedicando al settore dell’automotive ed alle sue evoluzioni in Italia, in Europa e nel mondo». Chiara e risoluta la risposta del primo inquilino di Montecitorio che non l’ha certo mandata a dire: «Apprendo con sconcerto da fonti stampa che il Presidente di Stellantis non vorrebbe riferire in Parlamento sulla situazione aziendale. Mi auguro che questa posizione possa essere presto chiarita. Scavalcare il Parlamento sarebbe un atto grave» ha detto il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Si attende la replica, si spera più rispettosa e con più stile del presidente Elkann. Che per ora merita un pollice verso.