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Re Carlo gela mezzo Commonwealth: "Il passato non si cambia", ex colonie in subbuglio

Alessandra Zavatta
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Nessun risarcimento ai Paesi vittime della schiavitù dell'impero britannico. Re Carlo ha riconosciuto un "passato doloroso" al vertice del Commonwealth in corso alle Isole Samoa. "Ma il passato non si può cambiare, possiamo impegnarci a trarne insegnamento", ha sottolineato il sovrano, deludendo alcune nazioni che speravano che il monarca potesse utilizzare l'incontro dei Capi di Stato e di governo come opportunità per scusarsi per il passato coloniale della Gran Bretagna. Invece niente. Nonostante ieri il primo ministro Keir Starmer aveva aperto la porta a qualche forma di "giustizia riparativa". Nel discorso davanti ai leader delle 56 nazioni del Commonwealth, dopo aver reso omaggio alla regina Elisabetta, Carlo è sembrato in un primo momento riconoscere le preoccupazioni delle ex colonie. "Ho capito ascoltando le persone in tutto il Commonwealth come gli aspetti più dolorosi del nostro passato continuino a risuonare. È quindi fondamentale che comprendiamo la nostra storia per guidarci a fare le scelte giuste in futuro", ha affermato.

 

 

"Laddove esistono disuguaglianze dobbiamo trovare i modi e il linguaggio adeguati per affrontarle. Mentre ci guardiamo intorno e vediamo numerose sfide che preoccupano, scegliamo all'interno della nostra famiglia del Commonwealth, il linguaggio della comunità. Rispettiamo e rifiutiamo ogni divisione". Alcune nazioni africane e caraibiche hanno chiesto alla Gran Bretagna di pagare un risarcimento finanziario per la schiavitù. Il primo ministro delle Bahamas Philip Davis, ha dichiarato che "è giunto il momento di avere un vero dialogo su come affrontare questi torti storici". Anche il premier britannico Starmer ha escluso che il Regno Unito possa scusarsi per il passato coloniale e pagare risarcimenti per il ruolo svolto nella  tratta transatlantica degli schiavi. Fonti interne a Downing Street ieri avevano fatto trapelare la possibilità di un taglio del debito e la ristrutturazione delle istituzioni finanziarie per gli Stati del Commonwealth vittime della "tratta". Ma nulla è ancira stato deciso in tal senso.

 

 

Il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine Ralph Gonsalves, uno dei leader fondatori del Comitato per le riparazioni, ha ricordato che gli inglesi hanno commesso un genocidio e traumatizzato sia i popoli indigeni che gli schiavi africani mentre gli schiavisti sono stati risarciti con milioni sterline al momento dell'abolizione della tratta. Patricia Scotland, segretario generale uscente del Commonwealth, ha accennato alle preoccupazioni relative alle eredità coloniali nel discorso di apertura del summit. Nessun impegno concreto, però. Il Lesotho ha proposto risarcimenti che potrebbero includere forme di pagamento non tradizionali, come i finanziamenti per il clima. Di fronte alla posizione irremovibile della Gran Bretagna. il presidente del Ghana Nana Akufo-Addo, che si è battuto per le riparazioni dei danni della schiavitù, ha annullato l'incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer. Da Londra Robert Jenrick, candidato a sostituire Rishi Sunak alla guida del partito conservatore, ha respinto qualsiasi "richiesta di risarcimento". "Dopotutto è stata la Gran Bretagna a lavorare più duramente di ogni altro paese per sradicare la tratta degli schiavi", ha tagliato corto.

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