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Conte licenzia Grillo, l'affondo di Cerno: "Il M5S è diventato una corrente del Pd"

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Non è stato un colpo di scena, ma ora è scontro aperto nel Movimento 5 Stelle e lo strappo tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo sembra difficile da ricucire. Dopo settimane di mormorii messi a tacere e silenzi assordanti, l'attuale leader del partito ha annunciato che il contratto da 300mila euro che dal 2022 la forza politica garantisce ogni anno al co-fondatore e garante della creatura pentastellata non verrà rinnovato. Per Conte, l'Elevato "sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l'obiettivo di liberare energie nuove" con il processo Costituente in atto. La decisione, paventata prima con una lettera e poi con dichiarazioni, è arrivata nell’ultimo libro di Bruno Vespa “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo”. E proprio a Porta a porta, di cui il giornalista è ideatore e conduttore, se ne è discusso. Che succede adesso? Il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno non ha esitato e ha usato parole chiare: "Siamo di fronte a un grande bivio: o Conte estingue il fondatore, garante delle regole, della democrazia diretta, o si estinguono tutti i parlamentari e i big". 

 

 

"La politica della piazza è entrata nel palazzo e si è contaminata. Uno vale uno è diventato 300mila", ha spiegato Cerno. Bruno Vespa ha attirato l'attenzione su un punto fondamentale dello psicodramma del Movimento 5 Stelle: "Se Conte prenderà il controllo, il simbolo andrà a loro e porterà a una causa", ha rimarcato. "Tutto ormai finisce in tribunale. Non si riesce a fare una cosa in politica che non apra a una questione di magistratura, però c'è da ricordarsi come nasce il M5S e cioè quando Grillo chiede a Fassino di poter, nel Pd nascente, far parte della corsa alle primarie. Quando Fassino dice no, lui si fa il partito e toglie la piazza dal palazzo, separandosi da un Pd che invece adesso li attrae", ha risposto Cerno. Quando i pentastellati "si sono riavvicinati alla casa madre, è cambiato qualcosa dentro che oggi porta a vedere Grillo a essere un elemento che non riconoscono". Ecco quindi la pungente conclusione del direttore de Il Tempo: "Sono diventati una corrente del Pd e Conte farà la guerra per essere più forte di Elly Schlein". 

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