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Chiara Ferragni, la svolta sul pandoro-gate: la mossa per difendersi dalle accuse

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Una memoria per chiarire l’inconsistenza delle accuse. È questa la strada intrapresa dalla difesa di Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata dalla procura di Milano per le presunte truffe legate alla vendita di pandori e uova di Pasqua. I legali, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno incontrato stamane il procuratore aggiunto Eugenio Fusco: un incontro che rientra tra le iniziative previste dopo la notifica di chiusura delle indagini, avvenuta lo scorso 4 ottobre. Un dialogo tra procura e difensori che porterà i legali, nelle prossime settimane, a consegnare una memoria scritta e che sembra escludere, invece, l’ipotesi che l’influencer possa farsi sentire dai titolari dell’indagine.

 

 

A Chiara Ferragni, e ad altri indagati nell’inchiesta, si contesta la “truffa continuata e aggravata” in relazione alle operazioni commerciali ’Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ (Natale 2022) e ’Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022)’. Nell’atto di chiusura indagini, firmato a inizio ottobre dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli, si contesta all’imprenditrice digitale un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro. L’operazione ’Balocco’ avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti convinti che con il proprio acquisto Pink (al prezzo di 9,37 euro invece di 3,68 euro del prodotto tradizionale) avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. L’accordo, invece, si sarebbe rivelato ben diverso, per la procura: le società Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite”.

 

 

Anche l’operazione legata alle uova si rivela, per i pm, “una pubblicità ingannevole condivisa via social media e web” e lo schema, ripetuto identico per due anni, garantisce all’influencer contratti per oltre un milione di euro (rispettivamente 400mila e 750mila euro per il 2021 e il 2022), slegati dalle vendite. In tutte le operazioni si contesta agli indagati un “profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine” legato all’iniziativa benefica. La difesa dell’imprenditrice digitale è pronta a dimostrare la correttezza delle operazioni pubblicizzate dalla Ferragni e ha come obiettivo quello di convincere la procura a tornare sui propri passi scongiurando il rischio di processo per l’influencer da quasi 29 milioni di follower.

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