il punto

Albania, Cerno: ora gli italiani sanno chi non vuole fermare il disastro immigrazione

"Tutti salmi finiscono in gloria". Tommaso Cerno commenta così la decisione del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento dei  12 migranti sbarcati nei centri creati dal governo in Albania, che devono tornare in Italia. Una mossa annunciata, che fa emergere ancora una volta il cortocircuito tra politica e magistratura. "Il governo dopo 15 anni mette le mani seriamente, lo dimostra l'attenzione di Ursula von der Leyen e dell'Unione Europea, sul business miliardario" dell'immigrazione, e arriva lo stop dei magistrati, afferma il direttore de Il Tempo in collegamento con il Tg4 delle 19, venerdì 18 ottobre. Ma la sinistra non canti vittoria, perché la vicenda si tradurrà in un gigantesco autogol. "Che cosa succede? Che gli italiani adesso hanno ben chiaro chi vuole cambiare questo disastro, che è la situazione dei clandestini in Italia e in Europa, e chi invece utilizza le solite armi perché le cose vadano avanti così!, spiega Cerno. 

 

Il riferimento è chiaro. "La politica attraverso pezzi della magistratura, che per la prima volta presenta delle sentenze annunciate da mesi", spiega Cerno. Infatti "il magistrato che ha firmato questa sentenza ce l'aveva detto da mesi che avrebbe detto di no, e ce l'aveva detto sulla base di ragionamenti. Queste sentenze non sono in nome del popolo italiano, che si è espresso alle elezioni", mette in chiaro il direttore.  Insomma, è sempre la solita storia. "In Italia siamo punto e da capo, andiamo a votare in Liguria perché l'ha deciso un magistrato e riportiamo indietro questi signori", i migranti trasferiti dalla Marina in Albania,  "perché l'ha deciso un magistrato". Insomma, quella dei giudici è una mossa "molto politica, è politica fatta attraverso pezzi della magistratura".