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Tagadà, Bocchino vuole la verità sui dossieraggi: "Tirino fuori chi c'è dietro"

Gabriele Imperiale
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Dossieraggio organizzato o il voyeurismo di un singolo dipendente infedele? Il caso dei conti spiati tiene ormai banco e anima i maggiori talk show politici. E man mano che le notizie trapelano dalla procura, i principali commentatori si chiedono sempre più insistentemente se l’ormai ex dipendente di Banca Intesa, il 52enne originario di Bitonto Vincenzo Coviello, agisse da solo o fosse parte di un sistema che spiava i conti di Giorgia e Arianna Meloni e un numero sempre più crescente di politici, magistrati e vip. Tra loro Italo Bocchino che, ospite di Tagadà su La 7, ha già le idee molto chiare sul caso. “Dubito che il signor Coviello abbia un network tale per aver fatto tutto da solo - esordisce il direttore de Il Secolo d’Italia - non penso, come dice lui, che l’abbia fatto per "curiosità esistenziale". perché questa è la linea difensiva che gli ha spiegato l’avvocato". Secondo Bocchino dietro le azioni di Coviello ci sarebbe “sicuramente una regia - dice rivolto alla conduttrice Tiziana Panella - c’è sicuramente qualcuno dietro e bisogna capire se c’è qualcosa di oscuro e da che parte viene".

 

 

 

 

Il giornalista poi sottolinea un altro punto cruciale che la vicenda fa emergere: “Un fatto estremamente grave che riguarda le istituzioni, la difesa delle istituzioni - evidenzia - le istituzioni hanno l’obbligo di difendersi perché è una garanzia per la democrazia. Ci sono apparati per difenderla: i poliziotti, i carabinieri, i servizi di sicurezza". Bocchino poi chiude il suo intervento: “Mi auguro che tutti coloro che hanno un ruolo in questa vicenda dal punto di vista dell’investigazione, dell’inchiesta che bisogna fare tirino fuori la verità, perché non si può credere che il signor Coviello si sia messo a controllare i conti correnti dei vertici del governo”.

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