Greta Thunberg in kefiah, diktat agli eco-attivisti: "Dovete lottare per la Palestina"
Manifestate per il clima, ma anche per la Palestina. Greta Thunberg "riposiziona" il movimento Fridays for future con le istanze del momento. L'attivista svedese ha sfilato a Milano nel corteo con partenza da largo Cairoli sfoggiando una kefiah e chiedendo non solo giustizia climatica ma anche per sostenere la causa palestinese: "Stop Genocide, Stop Ecocide" si legge su uno striscione in testa al corteo.
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Difficile capire come possano sovrapporsi le due battaglie, ma tant'è. QUeste le sue argomentazioni. "Viviamo in un epoca definita da sfruttamento, violenze, oppressioni, genocidi, carestie, guerre colonialismo, aumento di disuguaglianze e una crescente crisi climatica. Sono tutte crisi interconnesse che si rafforzano a vicenda e comportano sofferenze inimmaginabili. Ogni singolo giorno, specialmente nell’ultimo anno, con quello che sta succedendo in Palestina, il mondo ha mostrato la sua vera natura. I palestinesi hanno vissuto per decenni sotto l’oppressione soffocante di un regime di apartheid. E nell’ultimo anno, con il genocidio in diretta streaming di Israele, il mondo ha nuovamente abbandonato la Palestina", arringa Thunberg.
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"Se come attivista per il clima non si lotta anche per la liberazione della Palestina e per la fine del colonialismo e dell’oppressione in tutto il mondo, allora non ci si può definire attivista per il clima", ha detto Thunberg al microfono, indossando una kefiah sulle spalle. "Non si può pretendere di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli colonizzati ed emarginati di oggi. Uscire dalla zona di comfort e chiedere la fine di questo genocidio è una questione umanitaria di base e invitiamo tutti coloro che possono a farlo. Il silenzio è complicità, non si può essere neutrali in un genocidio. Anche se il mondo cerca di metterci a tacere, noi torneremo e faremo ancora più rumore. È in gioco tutto. Nessuno sarà libero finché tutti non lo saranno", ha concluso.