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Pro Palestina in piazza, sfogo di Del Debbio: "Semplicissimo, arriverebbero querele"

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"Vieto di andare oltre i 130 in autostrada e tutti vanno a 200": così, con un paragone di immediata comprensione, Paolo Del Debbio ha preso di petto il tema che sta infiammando i dibattiti nei talk-show. Dopo Roma, dove i black bloc hanno scagliato contro gli agenti bombe carta, bastoni, cartelli stradali, anche a Torino è andata in scena una manifestazione pro Palestina, che si è conclusa con un falò e tre bandiere di Israele date alle fiamme. A 4 di sera, il programma preserale di politica e di attualità, il conduttore ha iniziato la puntata esternando il suo punto di vista. "Se si fa una regola, si rispetta", ha scandito dal centro dello studio riferendosi al divieto della Questura.

 

 

La manifestazione si è snodata da piazza Castello e ha percorso poi via Po in direzione di piazza Vittorio Veneto. Alcuni petardi sono stati esplosi contro i reparti mobili schierati. "Ci volevano fermare, anzi non ci volevano neanche ma noi oggi lo stiamo dicendo chiaramente: Torino sa da chi parte stare e si riprende la città: oggi Torino è a fianco del popolo palestinese e della sua resistenza", ha detto uno speaker dal microfono. Mostrando le immagini delle tensioni, Del Debbio è tornato a spiegarsi: "Se metto la macchina in un posto dove non la devo mettere, pago la multa. Se dicessi qui in televisione cose che non dovrei dire, mi arriverebbero querele e mi sospenderebbero dall'ordine dei giornalisti. Non posso fare quello che mi pare. Devo attenermi a delle regole, come tutti. Il ragionamento è semplicissimo, non particolarmente articolato", ha affermato. 

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