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Paolo Crepet, stoccata in tv: "Questa non è rivoluzione", con chi ce l'ha

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Paolo Crepet è ospite del Focus di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7 lunedì 7 ottobre. Il discorso parte dal titolo del suo libro "Mordere il cielo. Dove sono finite le nostre emozioni", che per lo psichiatra è un modo per invitare tutti a non concentrarsi sul basso, sulla terra, ma rivolgersi all'alto. "Si deve guardare su e smettere di essere chinati, smettere di essere odiatori e cominciare a essere sognatori, rivoluzionari", spiega Crepet. Ma cosa vuol dire rivoluzione? "Non vuol dire spaccare il mondo e tanto meno buttare la pappa al pomodoro su Van Gogh almeno questo è il mio punto di vista. Si rispetta l'arte sempre, quindi e non è una rivoluzione non rispettare l'arte", afferma con evidente riferimento agli eco-attivisti che imbrattano monumenti e opere d'arte. 

 

"Abbiamo davvero bisogno di un po' più di radicalità, vuol dire vedere oltre l'orizzonte", spiega lo psichiatra. Nell'intervista vengono toccati tanti argomenti, dal 7 ottobre e la guerra in Medio Oriente alle problematiche legate all'infanzia e all'adolescenza. Su quest'ultimo argomento, il saggista commenta che negli ultimi anni "andiamo cancellato il gioco, lo abbiamo ammazzato a favore di un solipsismo", un individualismo esasperato. Un tablet o un videogame non sono "gioco ma solipsismo", manca il confronto con gli altri che fa saltare il "sistema valoriale": "Noi l'abbiamo cancellato, per esempio abbiamo pensato di cancellare i voti a scuola, che è una follia perché prendere 4 può essere un dispiacere, ma perché togliere anche l'otto che forse è una gioia?", afferma Crepet. 

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