dopo gli scontri

Antisemitismo dilagante, Fadlun: "Dolore aumentato, università centri di odio"

A un anno dall'assalto dei miliziani di Hamas, che a Reim hanno colto di sorpresa giovani israeliani che partecipavano al festival Supernova, il ghetto di Roma si blinda. Transenne, auto e cassonetti rimossi. Bonifiche che sono durate fino all’alba di oggi. La premier Giorgia Meloni sta partecipando alle celebrazioni organizzate dall’ambasciata d’Israele per commemorare le vittime dell'attacco dell'organizzazione politica palestinese islamista, sunnita e fondamentalista che ha provocato oltre 1.200 morti. Un’altra giornata delicata sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine pubblico, dopo gli scontri di sabato pomeriggio a piazzale Ostiense alla manifestazione abusiva dei pro Palestina.  

 

 

"È passato un anno dal 7 ottobre, la rabbia è aumentata ed è aumentato il dolore", perché "quello che ha fatto Hamas è puro orrore", rappresentando "un pogrom in terra di Israele che non mette a rischio solo Israele ma tutto il mondo". Ed è "una rabbia aumentata perché dopo un momento iniziale di solidarietà quando Israele si è difeso è tornato l’odio fomentato da un antisemitismo atavico". Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraiche di Roma, lo ha dichiarato nel corso della celebrazione nel Tempio Maggiore di Roma.

 

 

"Noi ebrei di Roma siamo più determinati di prima, non ci siamo chiusi e non ci siamo arresi", ha proseguito, e "accanto alla rabbia, ricordate la rabbia di Oriana Fallaci, c’è la speranza di un futuro di pace". Preoccupazione è stata espressa anche per tutti quei giovani che sabato sono scesi in piazza e hanno inneggiato ad Hamas: "In alcuni giovani i cattivi insegnamenti hanno fatto breccia. I cortei pro Hamas e Hezbollah sono partiti da alcune università che da templi della cultura si sono trasformati in luoghi di pregiudizio antisemita e in centri di odio", ha aggiunto Fadlun.