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Neonati sepolti, Bruzzone: "Stigma sull'aborto? Non lo ha mai progettato"

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La procura di Parma ha chiesto il carcere per Chiara Petrolini, la giovane di Traversetolo (Parma) accusata di aver partorito e poi seppellito i suoi due figli nel giardino dell'abitazione dove viveva con i genitori e il fratello. A motivare la decisione è stato lo stesso procuratore Roberto D'Avino con una nota che ripercorre la vicenda e chiama in causa anche il ruolo dei genitori. Ieri, nel corso dell'ultima puntata di Zona bianca, la vicenda della 21enne è stata lanciata sul tavolo del dibattito e Roberta Bruzzone è stata interrogata sull'interpretazione della vicenda proposta in questi giorni dalle femministe. Possibile che la giovane sia vittima dello stigma sull'aborto? La criminologa è stata chiara e ha risposto a tale ipotesi con nettezza di parole. "Qui abbiamo a che fare con un soggetto che ha scelto deliberatamente, in ben due occasioni, di negare la gravidanza già pienamente consapevole della fine che avrebbero fatto questi due bambini e che, durante le gravidanze, adotta una serie di comportamenti rischiosi per i feti come il consumo di stupefacenti e di acool", ha detto. 

 

 

"Non c'è mai stata la presa di coscienza di diventare madre o un progetto di aborto. Nè legale nè illegale. Quella parte lì di sè non doveva emergere. Non si sarebbe mai esposta a chiedere aiuto. Nenache in contesti tutelati, privati, anonimi. Questa è una storia completamente diversa rispetto a quella che tentano di raccontare", ha continuato la psicologa forense. La scrittrice Francesca Bubba ha allora ricordato le ricerche sull'aborto fatte da Chiara Petrolini in rete. Roberta Bruzzone, però, è rimasta della sua idea e ha ribadito quanto dichiarato poco prima. "Non hai mai chiesto di abortire, non si è mai posta il problema", ha scandito. Poi la conclusione della criminologa: "Non ha mai pensato di andare in un consultorio". 

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