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Nomine Rai, Casini affonda Schlein: "Si spettava gli applausi e invece..."

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"Non sono andato a votare ma non ho capito perché...". Pier Ferdinando Casini ospite di David Parenzo a L'aria che tira, venerdì 27 settembre, spiega di aver seguito gli "ordini di partito" di Elly Schlein che ha imposto al Pd di non partecipare al voto per i consiglieri di amministrazione Rai insieme ad Azione e Italia viva, ma al contrario di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. Spaccando di fatto sul nascere il tanto agognato campo largo, l'ammucchiata con cui le opposizioni speravano di sconfiggere il centrodestra. L'ex leader dell'Udc ammette però di non capire la strategia della segretaria che si è rivelata un mero esercizio di autolesionismo. 

 

"Il risultato è stato che il campo largo, se c'era una qualche possibilità che si realizzasse" è affondato, afferma Casini, "oggi i titoli dei giornali sono tutti sullo sfascio" della coalizione allargata da Fratoianni a Calenda. Insomma, la mossa di Schlein ha solo "evidenziato oltre misura questa frattura ". Senza effetti positivi perché, sostiene il centrista, i consiglieri eletti andranno in Cda in rappresentanza dei loro partiti e dell'opposizione. E il Pd? "Pensava di avere gli applausi contro la lottizzazione della Rai. Io di applauso non ne  vedo...", è la stoccata a Schlein.

 

Casini si toglie un altro sassolino dalla scarpa quando dice che "è importante che gli anziani non disturbino i nuovi protagonisti che sanno tutto e sanno fare meglio", dice a Parenzo. Il conduttore gli chiede se  ha suggerito alla segretaria una linea diversa da quella scelta: "Io sono un walking dead - ironizza - e i suggerimenti si danno se qualcuno li chiede, se nessuno lo fa  gli anziani devono stare zitti andare ai giardinetti...". 

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