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Rai, nominato il Cda: ora il nodo presidenza. E il centrosinistra va in frantumi
Sulla Rai va in scena un finale annunciato dalle ripercussioni tutte da immaginare: da un lato in Parlamento si nomina il Cda, anche se il nodo sulla presidenza è rimandato al voto in commissione di Vigilanza, dove la maggioranza deve trovare i due terzi dei consensi necessari per confermare Simona Agnes; dall'altro, nel centrosinistra il Pd, Azione e Italia Viva confermano l'Aventino, mentre M5s e Avs votano per il 'loro' membro del board, aprendo plasticamente la crepa che era andata preparandosi negli ultimi giorni. E a poche settimane dal voto regionale finisce in uno scambio di accuse di "incoerenza". Sullo sfondo c'è l'ipotesi di intavolare la riforma della governance in modo da adeguarla al Media freedom act approvato dall'Ue, con la quale il centrodestra è riuscito a smuovere pentastellati e rossoverdi: già martedì si aprirà una discussione in commissione al Senato sui disegni di legge presentati, cui se ne aggiungono di nuovi in questo giorni, in modo che ciascuno possa dire la propria.
Intanto, il primo passo è fatto con l'elezione dei quattro membri del board di nomina parlamentare - Federica Frangi e Antonio Marano (la prima proposta da FdI, il secondo dalla Lega), Alessandro Di Majo e Roberto Natale (ai quali sono arrivati i voti di M5s e Avs) - e l'indicazione da parte del Mef di Simona Agnes - nome dal quale Forza Italia non ha voluto arretrare come candidata presidente - e dell'attuale dg Giampaolo Rossi, che è l'amministratore delegato in pectore (voluto dal partito della premier Giorgia Meloni). Quello successivo sarà in commissione di Vigilanza, dove alla maggioranza mancano due voti, dando per scontato quello di Mariastella Gelmini che ha lasciato Azione, e il centrosinistra dovrebbe ricompattarsi abbandonando la seduta per evitare franchi tiratori.
La segretaria del Pd Elly Schlein resta immobile sulla sua posizione, chiamandosi completamente fuori dalla partita per far passare il messaggio, ribadito anche oggi, che "Giorgia Meloni sarà l'ultima premier che procederà alle lottizzazioni della Rai". Tanto Avs quanto M5S, hanno scelto di partecipare al voto in Parlamento, ma si sono dichiarati indisponibili ad appoggiare il centrodestra in Vigilanza. Il presidente M5s Giuseppe Conte nei giorni scorsi aveva provato a intavolare una mediazione su un nome di garanzia, chiudendo ad Agnes. Così anche Avs, che con Bonelli ribadisce: "C'è la necessità di avere un presidente di garanzia. Se questo non c'è è chiaro che non partecipiamo a inciuci di nessun tipo".
Tuttavia nella maggioranza si continua a non escludere la possibilità di trovare "una mediazione", aprendo un ragionamento più ampio sulle nomine successive, come le direzioni dei tg, ma anche sulla riforma da mettere in cantiere. In ogni caso c'è ancora tempo, è la linea nel centrodestra, per mettere alla prova la solidità del campo largo. Domani le proposte di Agnes e Rossi dovrebbero in Consiglio dei ministri, successivamente verrà convocato il Cda stesso che eleggerà formalmente al suo interno presidente e ad, infine il passaggio in Vigilanza. Nel caso non si trovassero i voti, per Fratelli d'Italia di fatto non cambierebbe nulla, e presidente pro-tempore sarebbe il consigliere più anziano, Antonio Marano, regalando una soddisfazione alla Lega.