Scuola, Paolo Crepet smonta le polemiche della sinistra: "Il buonismo è inutile"
C'è il via libera definitivo da parte della Camera dei deputati, senza modifiche al testo già licenziato dal Senato, al ddl Valditara sulla scuola. Criticato dalle opposizioni, il provvedimento reintroduce il voto in condotta nelle scuole medie e nelle superiori (si viene bocciati con il 5 in condotta e rimandati con il 6) e prevede, a carico degli studenti responsabili di aggressioni a danno di dirigenti scolastici, docenti e altro personale della scuola, multe da 500 fino a 10.000 euro. Il testo, inoltre, mette in soffitta i giudizi descrittivi e ripristina i giudizi sintetici nella scuola elementare (sufficiente, buono, ottimo). La riforma entra in vigore già dall’anno scolastico in corso, anche se serviranno alcune norme attuative per renderla operativa. Dicevamo delle proteste dell'opposizione che grida alla repressione degli studenti. A smontare questa interpretazione è Paolo Crepet, psichiatra e ascoltatissimo opinionista in fatto di giovani e famiglia.
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In una intervista al Corriere della sera l'esperto parte dalla bocciatura con il 5 in condotta. Sarà un bene per i ragazzi? "Dipende da come si comporteranno gli adulti: l’impatto peggiore su di loro è che si crei, anche in famiglia, una divisione tra buonisti e rigoristi". In generale, "queste norme non hanno nulla di drammatico", valutare la condotta di uno studente "è corretto, e se non ci si comporta bene ci deve essere una conseguenza, a patto che gliela si spieghi ai ragazzi", commenta lo psichiatra. Infatti una delle distorsioni attuali nel rapporto tra genitori e figli è che questi ultimi "sono incapaci di fronteggiare rifiuti e difficoltà perché hanno la strada spianata", spiega Crepet che usa come esempio l’abitudine, sempre più in voga, di festeggiare la promozione come un'impresa con tanto di mazzi di rose, il tutto "in un Paese con il 99,9% dei promossi (...). Ma cosa festeggiano?".
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Tra le misure criticate dall'opposizione c'è anche il ritorno ai giudizi sintetici al posto di quelli più lunghi e descrittivi. Anche in questo caso lo psichiatra non ci vede nulla di male, e anzi si dice sostenitore dei voti numerici. "Io sono per la valutazione e non per il giudizio. Perché togliere l’8 e il godimento di raggiungere un voto alto quando magari all’interrogazione precedente hai preso solo sei? I voti danno gioia e soddisfazione o, al contrario, fanno capire che ci si deve impegnare di più", spiega nell'intervista. Sulle multe per chi insulta insegnanti e operatori scolastici Crepet ricorda che sanzioni di questo tipo esistono in molti Paesi a partire da Regno Unito. "Ci dovrà pure essere una conseguenza a questi atti gravissimi! E poi, diciamolo, la multa è l’unica leva efficace con gli italiani", chiosa l'esperto che sottolinea: "Il buonismo è inutile". Insomma, se non si impara impegno e rispetto, la scuola a che serve?