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Amadeus, la bordata di Aldo Grasso: "Flop? la vera differenza con Fazio"

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Le prime puntate di Chissà chi è, il nuovo programma di Amadeus sul Nove che nuovo non è, essendo una rivisitazione del format I soliti ignoti, non hanno sfondato. Tutt'altro. Lo share della seconda puntata ha fatto registrare il 3,6 per cento. Insomma, una performance molto diversa da quella di un altro pezzo da novanta passato dalla Rai a Discovery come Fabio Fazio. Ad analizzare la parabola del conduttore è Aldo Grasso, decano dei critici televisivi ed editorialista del Corriere della Sera. Ebbene, il verdetto degli ascolti è stato "inferiore alle aspettative" e per questo sui media si parla di "flop", spiega Grasso.

 

"Perché il confronto immediato è con Fabio Fazio che, lo scorso anno, venendo via dalla Rai si era portato dietro il suo pubblico. Tutto vero, tutto giusto: ma la differenza fondamentale è che Fazio nel corso degli anni si era costruito un suo pubblico, una sua comunità, un suo spazio che prima non esisteva. Fazio si portava dietro un piccolo universo 'ideologico', Amadeus si è portato dietro solo un format (e senza Fiorello che, come abbiamo sempre sostenuto, era il suo lievito)", commenta l’editorialista.

C'è un altro aspetto da considerare. Lo zoccolo duro della tv generalista è abitudinario fino alla pigrizia, sottolinea Grasso, e questo giova ai canali che occupano i primi tasti del telecomando. In questo contesto, il caso Fazio è un'eccezione perché ha trascinato sul Nove un pubblico coltivato negli anni e che seguiva lui, non il format. 

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