dopo la perquisizione

Boccia, la telefonata alla moglie di Sangiuliano per fare pressione: "Sono l'amante"

A quarantotto ore di distanza dalla denuncia di Gennaro Sangiuliano, la procura di Roma ha disposto la perquisizione domiciliare, il sequestro del telefono cellulare e l'acquisizione di materiale informatico nei confronti di Maria Rosaria Boccia. I carabinieri hanno bussato alla porta di casa dell'influencer a Pompei e, stando a quanto si apprende, hanno trovato cellulare e occhiali spia. Eppure l'imprenditrice non si è fatta intimorire e, anzi, ha annunciato via social di avere un nuovo smartphone e di essere tornata "operativa". "Boccia is the new Imane Khelif", ha scritto la mancata consulente dell'ormai ex ministro della Cultura, ironizzando sulla campionessa olimpica oro al pugilato, al centro delle polemiche nelle Olimpiadi di Parigi. Intanto, da un articolo del quotidiano La Stampa, emergono nuovi dettagli sulla strategia che "lady golpe" avrebbe utilizzato per fare pressione e tentare di ottenere una nomina al Mic. 

 

 

"Volevo solo informarla che suo marito la tradisce: io sono la sua amante": sono alcune delle parole che Boccia avrebbe rivolto a Federica Corsini, la moglie di Sangiuliano, in una delle telefonate fatte per infastidirla. Ma non solo. Secondo quanto si legge, l'influencer avrebbe anche inviato una lunga serie di messaggi attraverso cui creare caos, fare pressing sull'allora ministro della Cultura e ottenere così la nomina a consigliera per i Grandi Eventi. "Aneddoti, insinuazioni, racconti", ma anche "gite romantiche, regali, cene, scambio di cuoricini" sarebbero al centro delle conversazioni contenute nei dispositivi sequestrati all'imprenditrice. Al centro dell’indagine sull’influencer ci sono anche gli elementi forniti dall’ex ministro sulla persecuzione subita. Si parla di messaggi, foto, documenti che, stando alla versione di Sangiuliano, dimostrano "pressioni indebite".