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Open Arms, le acrobazie di Conte a 4 di sera: "Erano confini marittimi..."

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Per Matteo Salvini a processo per il caso Open Arms la procura di Palermo ha chiesto una condanna a sei anni in una requisitoria che di fatto è entrata nel merito della linea dell'allora governo di Giuseppe Conte di cui il leader della Lega era ministro dell'Interno. Il capo politico del Movimento 5 Stelle si smarca ancora una volta da quella stagione disconoscendo la politica del suo esecutivo sui migranti. "Non auguro la condanna a nessuno, neppure a un avversario politico, però le mie posizioni attraverso le lettere scritte documentate" inviate nell'agosto del 2019 "sono state chiare", afferma Conte intervistato da Paolo Del Debbio nel corso di 4 di sera, in onda giovedì 19 settembre su Rete4. 

 

Sulla difesa dei confini nazionali rivendicata da Salvini, il leader M5s scaglia la palla in tribuna: "È un concetto fondamentale la sovranità di uno Stato, Io li ho difesi sempre - argomenta - Però qui è diverso, non erano confini terrestri ma erano confini marittimi. E quindi se ci sono delle persone in condizioni critiche chi riceve la richiesta del Pos (il cosiddetto porto sicuro, nrd) ha tutti gli elementi con le forze di polizia e con la guardia costiera per intervenire". 

 

Nel corso dell'intervista Conte ha parlato anche dello scontro con il co-fondatore del Movimento Beppe Grillo. "Dice che non è il padrone del Movimento 5 Stelle ma il papà. Certo, è il fondatoree ha avuto quest’opera meritoria... Però il papà non può pensare di avere un telecomando in mano e di esercitare il parental control decidendo cosa dobbiamo vedere, perché siamo una comunità di adulti", ha detto Conte che rimarca: "Spero che la questione finisca qui. Se continueranno le pec da parte di Grillo o le diffide formali, vuol dire che risponderanno gli avvocati. Io non rispondo più. Ho già detto che questo processo è irreversibile e nessuno lo può fermare. Scissioni non ne vedo: una scissione si fa quando non c’è un’occasione di discussione". 

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