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Otto e mezzo, la soffiata di Caracciolo: cercapersone bombe, come ha fatto Israele

Panico e sangue in Libano, dove l’esplosione in sequenza di migliaia di cercapersone usati da Hezbollah rischia di accendere una miccia pericolosissima nel confronto tra il gruppo militante e Israele. Il bilancio provvisorio tracciato dal ministero libanese della Sanità parla di almeno nove morti e 2800 feriti solo nel ‘Paese dei cedri’. Ma deflagrazioni simili avrebbero interessato anche i miliziani di Hezbollah in Siria, dove – stando ai media locali – le vittime sarebbero almeno sette. La vicenda è affrontata con Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, nel corso della puntata del 17 settembre di Otto e mezzo, talk show di La7 condotto da Lilli Gruber.

 

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“Si usavano una volta i cercapersone – dice l’esperto -. E’ una retrocessione tecnologica, questo cercapersone è stato scelto come mezzo di comunicazione dopo che il leader Nasrallah ha detto pubblicamente di lasciar perdere smartphone e affini perché ce li infiltrano. Solo che Israele è passato dall’attacco soft all’attacco all’hardware vero e proprio. Molto probabilmente sono entrati nel processo di produzione di questi cercapersone, mettendo del materiale esplosivo di tipo militare, bastano 10-20 grammi per far saltare in aria cose importanti. La domanda è come hanno fatto e dove hanno fatto. Pare che, ma sono tutte voci, che questa ultima fornitura di cercapersone è venuta dall’Iran. Quindi può essere che l’operazione sia stata fatta in Iran”.

 

 

“Quindi – prosegue Caracciolo – è possibile che ci siano stati degli infiltrati. Hezbollah adesso è nel panico, hanno scoperto che sono stati infiltrati con dei risultati, anche dal punto di vista dell’immagine, disastrosi per loro e l’Iran e formidabili per Israele. Anche dal punto di vista psicologico è dura, non sai se chi ti sta accanto è un infiltrato. Questo fa parte di una tensione che sta diventando sempre più alta tra Israele ed Hezbollah”. “Israele si gioca veramente tutto con queste operazioni tra Gaza e Libano”, la conclusione del discorso da parte di Caracciolo dopo l'analisi sui cercapersone come bombe.