il caso sangiuliano
Boccia contro Il Tempo: Lady Golpe attacca in chat. E anche Floris la scarica
Nel mirino di Maria Rosaria Boccia, l’influencer che ha costretto alle dimissioni il ministro Gennaro Sangiuliano, non ci sono soltanto i politici, la maggioranza, Palazzo Chigi, che a suo dire le avrebbero impedito di fare carriera, ma anche quei giornali che hanno intenzione di effettuare un’operazione verità e non intendono farsi dettare l’agenda da una delle parti interessate. Il rapporto tra la 41enne e "Il Tempo" comincia il 4 settembre, quando l’ex titolare del dicastero che si occupa di Cultura ancora non si era dimesso. Come tanti altri organi di informazione, le abbiamo chiesto una doverosa versione sull’accaduto. Per due giorni non ci arriva alcuna risposta. Soltanto venerdì 6 settembre l’organizzatrice di eventi, alle 23,30, quando la redazione è ormai chiusa da un pezzo, apre a un colloquio: «Buonasera – scrive su Whatsapp -. Scusi se le rispondo solo ora. Le va bene se ci sentiamo domani?». L’esperta di moda fissa anche un orario a lei comodo, ovvero le 12,00. Le riserviamo, come facciamo con tutti, considerando la rilevanza della notizia, addirittura una pagina. A sorpresa, però, scompare e pur ricevendo decine di messaggi e chiamate non si palesa. Ricompare soltanto nel pomeriggio di ieri quando ci chiede, senza giri di parole, di dare visibilità a un suo post in cui se la prendeva con la direttrice Venezi, con tanto di post allegati.
Essendo un giornale libero da ottanta anni, ci dichiariamo disponibili purché «al posto di mandare dichiarazioni a caso» o meglio a comando, si lasci intervistare e risponda ai nostri dubbi, senza nascondersi dietro un telefono. La risposta all’invito è un emoticon che ride, seguita da una chiara accusa nei nostri confronti: «Perché lei pubblica su di me notizie non verificate?». In questo caso, però, ha torto perché qualsiasi nostro retroscena o articolo è corredato da screen shot, file audio e quello che ovviamente ogni cronista deve possedere prima di scrivere qualcosa. Nonostante ciò, facciamo finta di nulla e le torniamo a chiedere un intervento: «Se ritiene di aver ragione perché non si lascia intervistare? Nessuno la vuole mangiare». A questo punto, arrivano le bordate ingiustificate contro «il Tempo»: «Perché fa più notizia il gossip. Più ho volte vi ho fornito verità e smentite (ndr. a firma della dottoressa Boccia in questa redazione non è mai arrivata alcuna mail, né sono stati mandati comunicati, note stampa o altra tipologia di messaggio), ma non ho visto gli stessi titoloni». Nonostante ciò, non ci arrendiamo e continuiamo a chiederle un confronto, a partire dalle ultime rivelazioni del ministro dell’Interno Piantedosi. La risposta è un’ulteriore offesa. Addirittura fa ironia sulla nostra «professionalità». Tale atteggiamento, comunque, non ci sorprende.
Secondo quanto riferito da diversi colleghi, l’influencer di Pompei avrebbe utilizzato questo metodo con più testate, quelle forse che non ritiene amiche. Un nervosimo dovuto probabilmente ai «no» che sta ricevendo dalle tv, sempre meno interessate ad accuse prive di fondamento e prove che le certificano, come appunto l’ultimo post a Beatrice Venezi. Si tratta, dunque, dell’ennesima bugia. Intanto l’ultimo a scaricarla è stato Giovanni Floris. Il conduttore, pronto tornare in onda con il suo “DiMartedì”, ha spiegato «come sulla vicenda c’è ancora da dire, ma penso che ormai l’inchiesta non si possa svolgere solo basandosi sulle sue dichiarazioni». Un comportamento simile, d’altronde, lo aveva avuto qualche giorno prima Bruno Vespa, dichiaratosi indisponibile ad averla sulle poltrone di Porta a Porta: «Non voglio – aveva spiegato – essere usato come uno strumento, dunque non è mio interesse intervistare la Boccia».