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Boccia, stoccata di Cerno: "Darei un premio a chi l'ha fermata", altro che polemiche

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Il nome di Maria Rosaria Boccia continua a essere usato dall'opposizione per dare addosso al governo nonostante le dimissioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (e le tante contraddizioni emerse dalle ricostruzioni dell'imprenditrice di Pompei). Del caso se ne parla nella puntata di venerdì 13 settembre di Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7. "Parlare anche d'altro in un Paese sano non sarebbe così male", commenta Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, che rimarca: "Credo banalmente che l'italiano qualunque abbia capito perfettamente chi è la Boccia, chi è Sangiuliano e cosa sia successo". Gli italiani hanno anche capito che le dimissioni del ministro della Cultura "erano indispensabili non tanto perché (Boccia, ndr) abbia svelato segreti del ministero della Cultura, che mi sembra anche un po' irragionevole che ne esistano, ma perché si è comportato nella classica maniera in cui la politica non può comportarsi".

 

Ebbene, neanche le dimissioni hanno posto fine alle polemiche. "Ora cerchiamo di dimettere anche la Boccia, perché il fatto che l'Italia se la voglia tenere per forza in casa significa che un pochino ci piace questa cosa qui", argomenta il direttore che torna sull'ultima uscita dell'imprenditrice di Pompei secondo cui la sua nomina sarebbe stata bloccata da Arianna Meloni, dirigente di FdI e sorella della premier. "Ma io darei un premio a chi l'ha fatto, sia stata Ariana o Giorgia Meloni, la sua scorta o il capo di gabinetto - è la stoccata di Cerno - Diamo un premio al signore che ha detto a questa donna di tornarsene a fare i suoi post finti da Cernobbio e le sue millanterie".

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