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Otto e mezzo, l'assalto di Pascale a Meloni sul caso Boccia: "Gli scandali di Berlusconi..."

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Francesca Pascale, storica fidanzata di Silvio Berlusconi poi divenuta attivista per i diritti civili dopo la rottura con il Cav, è la protagonista della puntata di venerdì 13 settembre di Otto e mezzo, il programma condotto su La7 da Lilli Gruber. Si parte dal caso della mancata nomina di Maria Rosaria Boccia a consigliera del ministero della Cultura che ha portato alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, su cui Pascale aveva postato un meme che ha sollevato un vespaio, che vedeva Berlusconi affermare: "Dilettanti". "Col post abbastanza irriverente intendevo dire che l’attuale governo non è bravo nemmeno a commettere gli errori di Berlusconi. L’ho fatto in modo abbastanza frivolo, non credevo di suscitare così tante critiche. Mi ha fatto piacere ma significa anche una cosa ben precisa: probabilmente Berlusconi fa sentire la sua mancanza. Nonostante la Meloni non scenda nei sondaggi, quell’elettorato di destra si sta stancando ad ascoltare cose che agli italiani tutti non interessano", attacca Pascale che dice che la vicenda "non ha nessuna somiglianza con gli scandali di Berlusconi".

 

Di Boccia "non mi sono fatta un’idea ben precisa, non mi appassiona. Mi chiedo: se l’incarico fosse andato in porto questo caos mediatico sarebbe nato? Non conosco bene la vicenda ma questo mi lascia pensare", continua l'attivista. "La signora Boccia fa la sua strada, non mi sento di giustificarla né di infierire ulteriormente su Sangiuliano, anche io in passato ho subito sciacallaggio mediatico e non lo auguro a nessuno. Della vicenda quello che mi piacerebbe sottolineare è la morale, l’ipocrisia di una certa destra abbastanza feroce che spesso usa la doppia morale strumentalizzando uno dei temi più importante dell’Italia, cioè la famiglia tradizionale", attacca ancora con Gruber che fa da sponda: "Di famiglie tradizionali non ne vediamo, in passato e men che meno in questo governo". 

 

Pascale accusa Meloni che da "donna al potere e al governo si comporti come un uomo. Di fronte ad una vicenda come quella di Sangiuliano lei sta dalla parte dell’uomo, anche se è una sua persona di fiducia. Non riesce ad ascoltare entrambe le voci e avere una posizione meno partitica. Piuttosto che continuare a fare campagna elettorale è venuto il momento di iniziare governare e a parlare per tutti. Giorgia Meloni ha un profilo che posso solo rispettare, ma il fatto di essere donna non le dà il diritto di essere la più brava dei presidenti del consiglio. Di lei mi deludono i suoi tre valori fondamentali dio, patria e famiglia che puntualmente disonorano. Un dio che amano soltanto quando serve per vessare la comunità omosessuale ma mai ascoltato quando serve accogliere qualcuno in difficoltà. Quale patria? Quella che il suo amico Orban ha offeso chiamandoci tutti delinquenti? Della famiglia non si è capito quale modello bisogna rispettare, se quello con l’amante nel cassetto perché sei potente o se finalmente ognuno di noi può avere il suo modello di famiglia ed essere rispettato". 

Insomma, un sermone in piena regola che ha come bersaglio la premier. Poi, alla domanda se ha intenzione di scendere in politica, l’ex compagna di Berlusconi ha risposto: "No. Mi piacerebbe, ci ho provato e ho rinunciato, perché non mi fido dei politici. L’attivismo mi piace molto, noi attivisti siamo più credibili dei politici". "Per quanto sia legata alla famiglia Berlusconi per l’affetto che ho voluto al loro papà non consiglierei mai ai suoi figli di scendere in politica, quantomeno per non vedere loro negli stessi guai che Berlusconi ha vissuto come conseguenza della politica. Indipendentemente da chi sarà il prossimo leader, spero sinceramente che il centrodestra e in particolare Forza Italia ritorni ad essere la forza che è sempre stata, non supina a due partiti totalmente sovranisti", conclude Pascale. 

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