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Mario Giordano, l'amara verità su Toti: "Difficile credere nella giustizia"

Luca De Lellis
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Alla fine, ha scelto una via quasi obbligata Giovanni Toti rispetto a un processo che, in Italia, sai quando inizia e mai quando finisce. Con tutto ciò che ne consegue. Molti hanno interpretato l'accordo di  patteggiamento trovato dall’ex presidente della Regione Liguria  e la Procura di Genova come un’ammissione di colpa. Di tutt’altro avviso si è dichiarato invece Mario Giordano, che interpellato sulla notizia politica del giorno ha spiegato: “Chiaramente è un comportamento strano, si è sentita anche la sua amarezza. Io vorrei vivere in un paese in cui se uno è convinto – come si è detto lui sin dal primo istante – di essere innocente va a processo e dimostra la sua innocenza”.

 

Insomma, l’ospite del programma 4 di Sera, in onda su Rete 4 sotto la conduzione di Paolo Del Debbio venerdì 13 settembre, non è in linea con la scelta di Toti. Però, empatizzando con le paure dell’ex governatore e analizzando il contesto della giustizia italiana, ne comprende le ragioni: “Patteggiare la pena non è un’ammissione di colpevolezza, però comunque è una condanna. Bisogna dire che viviamo in un Paese in cui c’è un sistema con un vulnus per il quale una persona che si proclama innocente opta per evitare il processo in quanto non convinto che questa sua innocenza possa essere riconosciuta dai giudici”.

 

L’inizio del procedimento era previsto per il prossimo 5 novembre, ma se ci sarà il via libera definitivo all'accordo di patteggiamento non partirà mai e Toti sconterà la condanna patteggiata a 2 anni con 1500 ore di lavori socialmente utili. “Purtroppo, il sistema e le logiche perseguite dal Consiglio Superiore della Magistratura non sono cambiate, nonostante le denunce. È un paese nel quale è difficile credere nella giustizia”. 

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