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Boccia, boom di follower in pochi giorni. E ora un suo post può valere 4mila euro

Domenico Giordano
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L’account Instagram di Maria Rosaria Boccia, che in questi giorni è diventata la fonte più seguita di qualsiasi altra testata e agenzia di stampa, venerdì mattina a mezzogiorno in punto, ha frantumato il muro dei 100.000 follower per assestarsi ieri pomeriggio alla nuova quota di 113.670 follower. Così, dal 2 al 6 settembre, quando la bufera è deflagrata, l’incremento di nuovi follower che hanno scelto di seguire i post e le storie pubblicate dalla mancata consigliera del Ministero della Cultura ha toccato quota 78 mila. Una progressione fuori dal comune, assolutamente straordinaria considerato che nei precedenti mesi dell’anno l’account è riuscito a crescere mediamente di appena un follower ogni due giorni. Insomma, grazie a una strategia social, inizialmente involontaria e dettata più che altro da un sentimento di rancore, ma che si è poi immediatamente trasformata in uno stillicidio ben studiato nei contenuti e nei tempi, le stories hanno attirato decine di migliaia di nuovi follower desiderosi di ficcare l’occhio nel buco della serratura delle stories Instagram.

 

 

Adesso, considerato che uno degli aspetti più rilevanti dell’era digitale è la datificazione, che consente di misurarne ogni singolo fenomeno, è possibile anche fare due conti in tasca all’imprenditrice – influencer di Pompei che ha inguaiato la carriera politica e azzoppato la reputazione pubblica dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano. In base all’ampiezza della fanbase, cioè del numero attuale dei follower, e della percentuale dell’engagement, che registra il grado di coinvolgimento dei follower rispetto ai singoli contenuti pubblicati, Maria Rosaria Boccia potrebbe vendere alle aziende che la volessero ingaggiare come influencer dei loro prodotti la pubblicazione di un singolo post dai 1.000 ai 4.000 euro. Mentre per ogni storia, che ricordiamolo rimane visibile sull’account per 24 ore, il listino prezzi potrebbe fruttarle un incasso dai 250 ai 1.000 euro.

 

 

Mentre, se non ci fosse stato lo scandalo, innescato e costantemente alimentato ad arte dalla Boccia grazie alle pubblicazioni di questi giorni e utilizzando una pericolosa strategia del cinismo che ha portato nel tritacarne le vite private dei protagonisti, il valore dei suoi post e delle sue storie non avrebbe superato, anche per le aziende più generose e spendaccione, l’importo di poche decine di euro. Questo listino, ipotetico, ha anche beneficiato delle valutazioni, queste sì molto approssimative e poco fondate, dei diversi opinionisti e giornalisti che nei talk televisivi hanno esaltato le pseudo qualità di comunicatrice social esperta e preparata della Boccia, non sulla base di comprovate capacità o esperienze verificate, ma per il solo fatto di aver inzuppato le proprie stories Instagram di momenti, frammenti e episodi che nella normalità di questo lavoro sarebbero dovute rimanere private.

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