Ilaria Salis da detenuta a giudice: ora vuole scarcerare l'accusato di terrorismo
Un percorso a saltelli, che da un freddo ed umido carcere ungherese l’ha portata prima a Bruxelles (grazie alla pirandelliana intuizione del duo delle meraviglie, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli), poi ad ultras delle occupazioni abusive ed infine a giudice e censore del lavoro della magistratura. Ilaria Salis continua a regalare inestimabili perle di saggezza. Sui social è tornata a disquisire sulla vicenda del pompiere Luigi Spera. Attaccando, manco a dirlo, l’esecutivo di centrodestra. E coinvolgendo nel post altri 14 esponenti di Avs, che lo hanno sottoscritto. Tra quei i due leader maximi del partito, Leoluca Orlando, Mimmo Lucano e Ilaria Cucchi.
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«Il governo tace su Luigi Spera, chiediamo un processo giusto e trasparente. È inaccettabile che, a oggi, non ci sia stata alcuna risposta all’interrogazione parlamentare presentata il 18 giugno 2024 da Marco Grimaldi al Ministro della Giustizia. La mancanza di una risposta istituzionale a un caso che desta tanta preoccupazione tra la cittadinanza solleva seri interrogativi sul rispetto dei diritti e delle garanzie costituzionali». Ilaria Salis poi, dall’alto delle sue indubbie competenze giuridiche, ha spiegato e motivato la sua presa di posizione. «Il 7 di agosto il gip di Palermo ha deciso di applicare la censura, ossia un controllo preventivo, alla corrispondenza di Luigi. Siamo particolarmente inquieti che il trattamento riservato a Luigi Spera possa essere interpretato come una forma di persecuzione politica a causa del suo impegno come attivista».
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Troppo ghiotta l’occasione per non ribadire la propria avversione agli istituti di pena, bollati, più volte, come inutili. Evidentemente il soggiorno ungherese non si è rivelato confortevole. «RibadiaAngelo Bonelli Leader di Avs insieme a Fratoianni mo l’insostenibilità della situazione delle carceri italiane. Il sovraffollamento cronico, con la conseguente grave carenza di personale sanitario, educativo e di supporto psicologico, nonché le condizioni disumane in cui versano molti detenuti, rappresentano una violazione dei diritti umani e un problema urgente che richiede un intervento deciso e immediato da parte del governo. Chiediamo un’attenta valutazione del caso di Luigi Spera e una riforma del sistema carcerario italiano per garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali di ogni persona».
Per ricordare la vicenda di Luigi Spera è sufficiente riprendere un post della stessa Salis, della seconda metà di agosto. «Nel novembre 2022 alcuni attivisti hanno lanciato dei fumogeni nel cortile della sede palermitana di Leonardo Spa, come gesto di solidarietà verso la popolazione del Kurdistan, colpita dal governo turco e dagli armamenti prodotti e venduti dall'azienda italiana». Perla cronaca, l’amico di Ilaria Salis è stato accusato (in ordine sparso) di: detenzione materiale esplosivo, atto terroristico con ordigni esplosivi e istigazione a delinquere. Non esattamente bazzecole. E l’europarlamentare (e con lei anche i suoi colleghi di Avs che hanno firmato e sottoscritto il suo post) è perfettamente a conoscenza della gravità di tali contestazioni della magistratura. Pur considerando sacro il principio di presunzione di innocenza, prima di una condanna definitiva, la posizione del movimento progressista e della sua nuova stella cometa appare quantomeno forzata. Ma Ilaria Salis, dopo due settimane di ferie, di mare e di sole, non si ferma un attimo. E così ieri mattina ha pubblicato un nuovo post.
L'argomento? Ma ovviamente il carcere. «L’istituto penitenziario per minori Cesare Beccaria, come tanti altri, è un vero disastro, pieno di criticità che si ripetono da anni e che non possono più essere ignorate. Le problematiche sono molteplici: dalla carenza di mediatori culturali alle strutture fatiscenti, dalla mancanza di adeguati programmi di reinserimento alla violenza usata come strumento di gestione». Fin qui la solita musica, il solito riff, la solita melodia. Poi la Salis spinge sull'acceleratore. Decisamente troppo. «Le condizioni attuali sono inaccettabili e l’istituto milanese non può continuare a operare in queste condizioni. Deve essere chiuso il prima possibile. Così come si dovrebbe procedere verso l’abolizione di tutte le carceri minorili».