al tg4

Sharon Verzeni, Cerno all'attacco: così il politicamente corretto difende balordi e criminali

Il delitto di Sharon Verzeni ha scosso l'Italia. Dopo un mese dall’omicidio della 33enne di Terno d'Isola, nella Bergamasca, è arrivata la svolta: a ucciderla a coltellate vicino casa è stato Moussa Sangare, 31 anni. L'uomo arrestato nella notte ha confessato di aver colpito senza conoscere la vittima e apparentemente senza motivo. Un fatto atroce che accresce la percezione di insicurezza di tante zone d'Italia. Se ne parla nel corso dell'edizione delle 19 di venerdì 30 agosto del Tg4, con Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, che fa notare un aspetto fondamentale della questione: "Per controllare il territorio bisogna partire da un presupposto", ossia che "siamo in qualche modo intontiti dal politicamente corretto per cui noi non possiamo dire" come stanno davvero le cose in molte zone d'Italia, nelle città come nella provincia. 

 

La prova è il "dibattito surreale", argomenta Cerno, che si è scatenato sul fatto che il killer reo confesso di Sharon, originario del Mali, ha la cittadinanza italiana. "È italiano o no, o di origine nordafricana, a me non interessa niente se è italiano - commenta il direttore - Fa parte di quella quantità enorme di balordi che bivaccano in questo paese, nei centri delle città e nei piccoli centri, che girano con le biciclette, che spacciano droga e che non hanno una vita, che non hanno niente, e che abbiamo perso completamente di vista perché costa un sacco di soldi avere dei servizi sociali e la polizia che controlla ogni metro quadro di questo paese". 

 

Queste sacche di popolazione fuori dal controllo "stanno sotto le gonnelle del politicamente corretto che protegge tutti", attacca Cerno, "e invece se andiamo a vedere le statistiche ci rendiamo conto che questo profilo è molto diffuso e che c'è una quantità enorme di reati che vengono compiuti da personaggi che corrispondono a questo profilo". Ma "se non togliamo questa patina di politicamente corretto e cominciamo a chiamare le cose col proprio nome, è inutile anche controllare perché non possiamo avere un poliziotto per ogni cittadino ", conclude il direttore.