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Rai, altro che Telemeloni: Cassini criticava Giorgia ma piazza De Martino

Sergio Trufio
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La frase che più circola nei corridoi di Viale Mazzini, nelle ultime ore, è «Altro che Telemeloni». Riccardo Cassini, autore Rai di Stefano De Martino, ne sa qualcosa. Nelle scorse settimane aveva, difatti, si era reso protagonista delle cronache con un post social sul presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sua figlia Ginevra. Caso che, sin da subito, proprio questa testata aveva portato alla luce. Da lì un putiferio di reazioni politiche e giornalistiche che hanno portato all’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai, da parte del senatore forzista Maurizio Gasparri. Proprio in queste ore, parrebbe ieri, Cassini ha iniziato il suo nuovo lavoro alla guida autorale di Affari Tuoi. Sono infatti iniziate le registrazioni del «gioco dei pacchi» in onda da lunedì prossimo su Rai1. I ben informati hanno visto Cassini dirigere i lavori nel dietro le quinte dello studio televisivo del Delle Vittorie. Questo vuol dire una sola cosa: Riccardo Cassini ha firmato il contratto con la Rai, altrimenti non avrebbe potuto avere accesso ai cespiti aziendali. Contratto su cui, anche l’interrogazione in vigilanza, pone l’attenzione. Soprattutto per quel che riguardo il fattore economico.

 

 

Per Cassini, infatti, la Rai avrebbe previsto un contratto di esclusiva. Questo non permette all’autore di lavorare, nel periodo contrattuale, per altre emittenti televisive. L’esclusività ha un costo, e c’è chi scommette che la cifra messa nero su bianco sarebbe di diverse centinaia di migliaia di euro. Il tamtam delle scorse settimane, però, avrebbe messo in guardia anche la società di produzione Endemol. Quest’ultima era, difatti, più protesa a sostituire il ruolo di Cassini con altra figura autorale. Questa decisione ha trovato, però, il disaccordo titolare di Stefano De Martino in primis. Difatti, nella sostanza, per Cassini oltre al tam tam mediatico non sono all’orizzonte sanzioni. Anche perché non si tratta di un dipendente interno Rai, ma di un autore esterno. Tutto questo smentisce, materialmente, chi continua a parlare di «Tele Meloni». Nessuna epurazione per Cassini, anzi. Epurazione che invece vi era stata per un caso simile, avvenuto nel 2020 quando la Rai era a guida centro-sinistra. Vicenda che aveva avuto un finale completamente diverso.

 

 

 

L’allora autore di «Oggi è un altro giorno», Andrea Di Carlo, aveva scritto un discutibile post social «Un critico televisivo che non ha mai fatto un mezzo programma tv equivale ad un gay che parla di figa. Ciao». Questo scatenò le ira di Valeria Fedeli, al tempo capogruppo del Partito Democratico in commissione di Vigilanza Rai, che chiosò con un dura dichiarazione «Adesso basta. Questo tipo di linguaggio non è assolutamente accettabile per chi lavora o collabora con la Rai come questo signore». Ma non solo. Anche la sinistra sindacale interna all’azienda, come l’Usigrai, chiese «di imporre uno stop, e di agire a tutela dell’immagine e del buon nome dell’Azienda». Tutto questo portò, nel giro di poche ore, lo stesso Andrea Di Carlo a fare un passo indietro. Di Carlo dovette rescindere il contratto che lo legava all’azienda pubblica. Peccato che, nel caso di Cassini, la sinistra non abbia usato lo stesso metro di misura che qualche anno fa ebbe per il caso Di Carlo. Nessuna nota, nessun comunicato stampa dal centrosinistra, per condannare il post dell’autore di Stefano De Martino. Un silenzio che ha sorpreso tanti. Silenzio che è continuato anche quando, nelle scorse settimane, sono emersi i grandi conflitti di interesse che Cassini avrebbe con la Rai.

 

 

A chiederne conto, in commissione, il solo centrodestra. L’autore, difatti, sarebbe sia capo progetto che manager di alcuni suoi colleghi. La sua ormai nota «Società per Autori» è la sola scuderia presente di alcuni specifici programmi. È il caso di «Bar Stella», programma della seconda serata di Rai2 condotto dallo stesso De Martino. Anche se pare che questa produzione non abbia una nuova stagione, lo stesso di certo non si può dire di «Stasera tutto è possibile». Qui, in pochi anni e partendo dalle retrovie, Cassini è di fatto divenuto l’autore principale sostituendo una parte del gruppo storico. Altra questione che viale Mazzini dovrà presto chiarire, riguarda i compensi che l’autore ha percepito e percepisce. Fuori da ogni logica di mercato sono le 5000 euro a puntata, oltre ai cosiddetti diritti di preparazione, quasi mai riconosciuti a nessuno, che Cassini ha incassato per ogni appuntamento di Bar Stella. Sorprende, non in ultimo, anche il silenzio di Stefano De Martino. In queste ore affrettatosi a smentire ogni conoscenza con Arianna Meloni, non ha proferito parola sul post del suo autore personale. Nonostante, ad un certo punto, alcuni vertici aziendali glielo abbiano fatto notare. La narrazione di 'Tele Meloni', tanto cara alla sinistra, comincia a sgretolarsi.

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