4 di sera

Povia e il concerto annullato, Sgarbi tuona: "Dove c'è arte non c'è fascismo"

Luca De Lellis

La sinistra dei nostri tempi è un bel Cubo di Rubik, complicata da decifrare. A volte sembra come i bambini che al campetto sotto casa dicono “il pallone è mio e gioca chi decido io”. E se, quindi, le battaglie per l’apertura ai diritti civili quali l’aborto, l’omosessualità sono il mantra da seguire, chiunque la pensa diversamente su questi temi rappresenta il male, talvolta da censurare. È quello che è accaduto al cantante Giuseppe Povia, da sempre nel mirino della sinistra per le sue discutibili posizioni su temi scottanti, al quale è stato impedito dal sindaco di Nichelino, Comune del torinese, di partecipare a un talent show in piazza e di cantare sul palco. “Noi siamo un’amministrazione che si è caratterizzata sempre per la difesa dei diritti civili e delle minoranze, quindi sono venuto a conoscenza dei pensieri espressi da Povia e ho deciso che non fosse in linea con la proposta artistica e culturale della città”, ha sentenziato il primo cittadino, Giampiero Tolardo.

 

 

 

Vittorio Sgarbi, che da sempre pone l’arte al primo posto nella gerarchia delle cose belle dell’esistenza umana, non poteva non schierarsi dalla parte di Povia: “Dove c’è arte non c’è fascismo. Questo vuol dire che un artista può avere delle idee sbagliate, ma la sua creatività è il suo dono. Povia è un cantante, il sindaco poteva, se mai, censurare le sue parole se fosse andato lì per parlare di No Vax o di discriminazione. Ma lui è andato per cantare, non per fare un comizio, quindi bisognava lasciarlo cantare”. Sono queste le parole di vicinanza al cantante del sindaco di Arpino e storico dell’arte, espresse durante la puntata di 4 di Sera, il programma di Rete 4 condotto da Roberto Poletti e Francesca Barra. 

 

 

Si può parlare di censura? Secondo Sgarbi non v’è dubbio, perché “l’opera d’arte supera qualunque posizione politica. Questo vale per tutti coloro che hanno avuto una libertà legata alla creatività e un errore legato alle loro scelte, comprese quelle che si imputano a Povia”. Il doppiopesismo che affligge questa sinistra e il pensiero comune è ricorrente: i Vannacci e i Povia devono essere taciuti, coloro che la pensano diversamente su temi come la guerra in Ucraina e in Palestina anche. Così che tutto diventi un unico enorme coro di voci simili.