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Povia censurato, ipocrisia sinistra. Travaglio: e le "liste di proscrizione"?

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Ci risiamo: Giuseppe Povia finisce di nuovo nell'ipocrita bavaglio della sinistra. "Sto soffrendo, ma non voglio soffrire in silenzio, quindi ho scelto di condividere", dice il cantante dopo che è stata cancellata la sua annunciata partecipazione a un talent show a Nichelino, Comune del torinese. È la 40ma volta che un suo concerto viene annullato, ha spiegato, nonostante il "contratto firmato con il patrocinio del Comune, ma qualcuno in Giunta ha messo un veto". Il sindaco Giampietro Tolardo, centrosinistra, ha commentato: "Me ne assumo tutta la responsabilità, ancora di più dopo la deriva politica che ha assunto questa vicenda. Destra e sinistra non c’entrano nulla. Francamente non conoscevo la discografia di Povia ed ero convinto che si sarebbe limitato semplicemente a presenziare in giuria. Quando ho saputo che si sarebbe anche esibito sul palco mi sono informato e ho scoperto le sue posizioni omofobe, anti-aborto e no vax, il contrario dei valori di democrazia che la nostra comunità rappresenta. E ho ritenuto opportuno prendere questa decisione di cui, ripeto, sono l’unico responsabile - ha concluso - anche per quanto riguarda le tempistiche ristrette".

 

Parole che sono la classica pezza peggiore del buco. Ne parla Marco Travaglio sulla prima pagina del Fatto quotidiano di martedì 27 agosto. "Stiamo talmente mal messi che ci tocca difendere Povia", scrive il giornalista che spiega non amare il cantante de "I bambini fanno oh", ma l'annullamento del concerto è una vera e propria censura. Il sindaco dice che "non è una questione politica", si legge nell'articolo, e "invece è proprio una, anzi 'la' questione politica". Insomma, tra diritti civili "c'è la libertà di espressione, di dissenso e pure di scempiaggine, purché non si torca un capello ad alcuno. E un cantante si giudica da come canta, non da ciò che pensa".

A sinistra spesso c'è una doppia morale sulla libertà di espressione, valore imprescindibile per gli amici, un optional per i nemici. "Tutti fremono di sdegno per un elenco di 'agenti sionisti' da boicottare pubblicata sul web da un sedicente 'Nuovo Pci': giusto, non si fanno liste di proscrizione", scrive Travaglio, "il guaio è che molti degli indignati speciali, e persino dei personaggi citati, dal 2022 compilano liste di proscrizione di 'agenti putiniani' che non sono né agenti né putiniani, ma hanno il grave torto di non pensarla come loro sulla guerra russo-ucraina". Poi c'è il caso dell'arresto a Parigi di Pavel Durov, fondatore di Telegram, e le polemiche per Elon Musk, passato in breve tempo da genio a minaccia globale. 

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