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Franco Cardini: "Giusto finanziare Acca Larentia, la sinistra celebra solo i suoi morti"

Edoardo Sirignano
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«Abbiamo assistito a continue celebrazioni, anche di piccolissimi fatti di cronaca, solo perché le vittime erano di sinistra. Nessuno ha mai gridato allo scandalo. Una certa parte politica, per anni, ha finanziato i ricordi che le convenivano, come, d’altronde, ha sempre fatto chiunque fosse al potere. Il vero problema di questa classe dirigente è che, troppo spesso, ha la memoria corta». A dirlo lo storico Franco Cardini.

Che idea si è fatto rispetto a tutta questa polemica su Acca Larentia?
«Non ha senso, così come ritengo stupido chi sostiene che la Meloni cita Gramsci perché intende fascistizzare il pensiero antifascista. Allo stesso modo, ritengo poco intelligente dire che questo governo vuole balcanizzare la Rai».

Perché?
«La verità è che chi è al governo ha sempre dato dei posti, cercando di favorire i propri, anche se peggiori di quelli che venivano espulsi o messi da parte. Adirlo chi è stato dirigente Rai, chi ha letto le carte».

Tale modus operandi riguarda solo la tv di Stato?
«La Democrazia Cristiana preferiva monopolizzare i consigli di amministrazione delle banche e gli enti, mentre le sinistre hanno fatto tale operazione con la cultura. Questa è la storia del Dopoguerra».

Faccia un esempio...
«Per oltre un ventennio chi aveva delle simpatie di destra non poteva lavorare in Rai, né in determinati gruppi editoriali, pur essendo finanziati con i nostri soldi. Ci siamo già dimenticatile polemiche sul Bagaglino? Pur essendo bravi, quei comici furono trattati come una confraternita di ragazzacci».

Il partito della premier, intanto, passa sempre per quello che intende monopolizzare ogni cosa...
«Fratelli d’Italia è un partito figlio di una tradizione che non è mai stata al governo. Non ha avuto, dunque, la possibilità di sviluppare una propria organizzazione culturale. Ha pochi personaggi carismatici, a parte la premier. Dall’altra parte, invece, c’è un sistema culturale che, per anni, è stato funzionale al sistema e dunque non semplice da scardinare. Non dimentichiamo che la parte politica, oggi contestata, non ha avuto il tempo di formare una propria intelligentia».

Ha senso, intanto, criticare ancora la premier per non essere abbastanza antifascista?
«Non ho mai votato Meloni, così come non sono d’accordo con la sua politica sociale. Non mi convince, ad esempio, il suo liberismo galoppante. Detto ciò, la mia critica resta sul piano politico-economico. Se ci sono, poi, ancora ragazzi neo-fascisti, dopo ottanta annidi politica antifascista, qualcuno dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza. Pur avendo avuto tutti gli strumenti per dimostrare che il Ventennio è stato un male, non ci è riuscito. E questo non è certo un fallimento della destra».

Oggi in Europa, a causa del conflitto in Medio Oriente, torna a essere di moda l’odio verso gli ebrei. Di chi è la colpa?
«L’antisemitismo esiste dal Settecento. Se lo sono inventati personaggi del calibro di Lutero e Voltaire. Tirarlo fuori, in questo particolare momento di tensione globale, però, mi sembra ridicolo, anzi infame. Sono d’accordo con chi esprime un giudizio negativo verso Netanyahu. A mio parere, è un assassino. Non si può dire che a Gaza non sta succedendo nulla. Allo stesso modo, però, ritengo sbagliato alimentare un odio, come quello che invade l’Europa in questi giorni».

La premier finisce nel mirino anche per politiche che, secondo alcuni, avrebbero come principio il mai tramontato familismo...
«Il nepotismo o il cognatismo, a Roma, esistono dai tempi della Santa Romana Chiesa. Meloni dovrebbe essere colpita per i suoi errori, perché circondata da collaboratori non all’altezza»

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