Speranza alla convention di Kamala, Feltri non si tiene: "Non in cima a..."
A poco più di due mesi dalle elezioni politiche più influenti al mondo, Kamala Harris – dopo la convention del Partito Democratico americano tenutasi a Chicago – è ufficialmente la candidata che sfiderà alle urne di novembre il repubblicano Donald Trump. La vicepresidente degli Stati Uniti, come sappiamo, ha rimpiazzato nella corsa elettorale un ormai acciaccato Joe Biden, che dopo il disastroso scontro televisivo con il Tycoon si è trovato costretto ad abdicare al trono della Casa Bianca. C’erano proprio tutti allo United Center di Chicago, l’arena che negli anni Novanta ospitò e lanciò il mito di Michael Jordan. Persino alcuni politici italiani di sinistra, come il fondatore di Articolo Uno Roberto Speranza, che addirittura si è fatto fotografare mentre esibiva il cartellone di sostegno a quella che potrebbe diventare la prima donna nera nel ruolo di Presidente degli Stati Uniti.
Tra copie e perdenti è calato il sipario sulla convention-show
Durante la puntata di Stasera Italia - condotta in via eccezionale da Roberto Poletti in sostituzione del consueto volto della trasmissione Sabrina Scampini - il presentatore ha mostrato a Vittorio Feltri l’immagine che ritraeva proprio l’ex ministro della Salute nei governi Conte II e Draghi inneggiare la causa di Kamala Harris. Il commento del direttore editoriale de Il Giornale, come al solito, è tutto un programma: “Non è che Speranza sia in cima alle mie considerazioni, quindi possiamo tranquillamente lasciarlo fare”. Feltri, intervenuto in collegamento con lo studio di Rete 4, ha poi svelato la propria preferenza, dichiarando per chi avrebbe optato nel caso fosse stato un cittadino americano: “Io nonostante tutto, preferirei Trump, ma questi sono i gusti di uno di destra”. L’appuntamento è fissato al 5 novembre prossimo, data in cui si deciderà molto del futuro delle problematiche che affliggono il nostro pianeta. Sia la Harris che Trump hanno ancora poco più di 60 giorni a disposizione per trascinare gli americani dalla propria parte, in un testa a testa - a oggi - incredibilmente incerto.