Pavel Durov
Pavel Durov, arrestato il fondatore di Telegram a Parigi: tutti i reati di cui è accusato
Pavel Durov, fondatore di Telegram, è stato arrestato a Parigi, all’aeroporto di Le Bourget, al suo rientro dall’Azerbaigian, dove si sospetta che possa aver incontrato il presidente russo, Vladimir Putin. È quanto riferiscono i media francesi. Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo), il 10 ottobre 1984, Durov ha lasciato da tempo la Russia e vive negli Emirati arabi Uniti, Paese di cui ha la cittadinanza. L’imprenditore ha anche la cittadinanza francese e l’ordine d’arresto, emesso dalle autorità transalpine, è stato eseguito non appena egli ha messo piede sul suolo della Francia. Le sue proprietà nel Paese sono sottoposte attualmente a perquisizioni.
Secondo quanto riferito dai media francesi, Durov sarebbe accusato di molteplici reati, tra i quali fiancheggiamento al terrorismo, possesso di droga, frode, riciclaggio, ricettazione e possesso di contenuti pedofili. Uno degli inquirenti, sentito dall’emittente transalpina «Tf1», ha spiegato che al centro dell’indagine c’è la piattaforma Telegram e la volontà di rafforzare i controlli sui sistemi di messaggistica criptati: «Telegram è un alveare di contenuti criminali. Attualmente la piattaforma è sotto i riflettori per la trasmissione illegale di incontri sportivi, ma molti account presenti su questa piattaforma sono utilizzati dalla criminalità organizzata. Oltre al terrorismo, i criminali più pericolosi utilizzano Telegram per scambiare contenuti pedopornografici».
Dagli Stati Uniti sono arrivate diverse reazioni all’arresto Parev Durov, il proprietario di Telegram fermato ieri a Parigi. L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, si è espresso in favore della liberazione con un messaggio diffuso sulla piattaforma X: «Immagina: sei nel 2030 in Europa e vieni arrestato per mettere ’mi piacè a un meme», ha commentato condividendo la notizia dell’arresto di Durov. In un altro post, l'imprenditore ha condiviso l’hashtag «Durov libero». Infine, su un breve testo che informa sull’arresto, ha aggiunto la descrizione: «Ecco una pubblicità per il Primo emendamento. Molto convincente», facendo riferimento alla libertà di stampa e di parola e alla sua assenza.